14 Dicembre 2016

Furti di macchinari sequestrati: sono gli stessi titolari a commissionarli FOTO


Trentadue macchine da cucire per uso industriale nascoste sotto alcune coperte nel magazzino di una ditta tessile gestita da una cittadina cinese di 46 anni, che è stata denunciata per ricettazione. I macchinari, quasi certamente di provenienza furtiva, sono stati scoperti dai carabinieri del nucleo investigativo e dalla polizia municipale in un capannone di via di Nebbiaia, a Tavola.
La perquisizione è scattata nell’ambito di un’inchiesta avviata la scorsa estate, per la quale sono stati arrestati alcuni cittadini orientali per furto di macchinari all’interno di confezioni gestite da connazionali. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno accertato l’esistenza di un fenomeno diffuso: il furto, quasi sistematico, di macchinari da cucire all’interno di ditte sottoposte a fermo produttivo per irregolarità a seguito dei controlli interforze. Per motivi logistici, le macchine da cucire sequestrate vengono infatti affidate allo stesso titolare della ditta. Ebbene, proprio i titolari, nei giorni successivi al sequestro, molto spesso commissionavano il furto ad alcuni connazionali, per poi trasferire i macchinari in altri capannoni dove veniva aperta una nuova ditta con un altro prestanome.
I carabinieri e i vigili urbani stanno verificando le matricole delle 32 macchine da cucire trovate in via di Nebbiaia. Un compito non facile visto che alcune matricole sono state rimosse. La titolare è stata comunque denunciata perchè non ha fornito alcuna valida giustificazione della presenza di tutti quei macchinari, non ha esibito le fatture di acquisto e non è parsa credibile l’ipotesi che servissero alle lavorazioni, visto che l’azienda era ferma da tempo e comunque conta soltanto quattro operai.