7 Febbraio 2017

Popolare di Vicenza, Federconsumatori chiama a raccolta i soci: “Ricorreremo all’arbitro per le controversie finanziarie” VIDEO


Sentenze pilota presso l’Arbitro per le controversie finanziarie, attivo da meno di un mese presso la Consob. È una delle strade che saranno intraprese da Federconsumatori per assistere i soci della Banca Popolare di Vicenza scottati dall’azzeramento del valore delle azioni. L’associazione, che a Prato riunisce oltre 250 risparmiatori traditi, ha organizzato un’assemblea a Palazzo delle Professioni per informare sugli ultimi sviluppi, dopo la proposta di ristoro di 9 euro ad azione fatta dalla Banca a buona parte dei soci.
Nel caso tipo di chi aveva acquistato il pacchetto minimo di100 azioni, accettare l’offerta significherebbe recuperare appena 900 euro rispetto ai 6250 investiti e rinunciare ad ogni futura azione legale, anche nei confronti degli ex amministratori. Per decidere se accontentarsi di un indennizzo pari al 14,4%, c’è tempo fino al 22 marzo e la Banca potrebbe recedere dalla proposta di ristoro se a quella data meno dell’80 per cento degli aventi diritto non dovessero aderire.
“Questi rimborsi li consideriamo un’elemosina ma Federconsumatori non vi dirà mai che dovete accettare o che non dovete farlo: siamo qui per farvi avere elementi utili a prendere una decisione” – hanno premesso il vicepresidente nazionale Sergio Veroli e l’avvocato Barbara Puschiasis.

L’arbitro per le controversie finanziarie: pro e contro
Dopo l’invio delle lettere di diffida alla Banca, Federconsumatori ricorrerà per alcuni casi più eclatanti all’arbitro per le controversie finanziarie. Una strada che ha vantaggi: brevità (vale come tentativo di mediazione obbligatoria ed entro 5 mesi è atteso il pronunciamento), bassi costi (anche in caso di soccombenza non ci sarebbe la condanna a risarcire le spese legali sostenute dalla Banca). Ma presenta anche delle incognite: se il lodo dell’Arbitro desse ragione al risparmiatore, la Banca potrebbe comunque non pagare ed essere al riparo da procedure esecutive. In tal caso sarebbe obbligata soltanto a dare ampia comunicazione a mezzo stampa dell’esito a lei sfavorevole. Una sorta di “gogna mediatica” e ulteriore danno reputazionale che secondo Federconsumatori la Popolare di Vicenza sarebbe intenzionata ad evitare pagando quanto dovuto. Se così non fosse, per i soci, si aprirebbe la strada dell’azione legale vera e propria, da avviare con ogni probabilità presso il Tribunale delle imprese di Venezia.
Quanto alle spese da sostenere, Federconsumatori ha chiarito che in questa prima fase di ricorsi all’arbitro per le controversie finanziarie, si avranno condizioni agevolate, come ha detto il vicepresidente Sergio Veroli: “Fatte salve le spese fisse, per l’attività dei nostri legali, al di là del costo iniziale medio di circa 100 euro, sposteremo il tutto alla fine del procedimento e chiederemo ai nostri assistiti una cifra compresa tra il 3 e l’8 per cento del rimborso ottenuto”.

Riaprire i tavoli di conciliazione
Federconsumatori (che a livello nazionale ha inviato ben 6 mila sui 10 mila reclami pervenuti a BpVi) conta di riaprire il tavolo di contrattazione con la Popolare di Vicenza e di ottenere condizioni migliorative, facendo leva sulla compattezza dei propri assistiti.
“La Popolare di Vicenza, assieme a Veneto Banca, ha già alzato dai 200 milioni ai 600 milioni iniziali le somme stanziate per gli indennizzi” ha rivendicato il vicepresidente di Federconsumatori. L’associazione ha chiesto altri interventi a vantaggio dei risparmiatori traditi per compensare le perdite: il ricorso agli warrant, e la destinazione di parte dei soldi che saranno recuperati dalla cessione dei non performing loans. “Inoltre – spiega l’avvocato Barbara Puschiasis – abbiamo chiesto che i proventi dell’azione di responsabilità che la Banca ha avviato nei confronti degli ex amministratori vadano ai vecchi soci. E che i 30 milioni di euro stanziati per i soci delle categorie svantaggiate non vadano soltanto a chi ha un Isee basso, ma anche a chi ha perso ingenti risparmi nell’acquisto delle azioni della Banca”.

La voce dei risparmiatori traditi
Tante le domande da parte dei soci: dalla possibilità di essere stati “scavalcati” nella vendita delle azioni (a costoro la Banca proporrà un ristoro maggiore, pari al 50% degli investimenti perduti, ma si tratta di sole 498 persone in tutta Italia secondo una ricognizione fatta anche dalla Consob); fino alla richiesta, giunta da alcune filiali, di pagare 40 euro per avere una copia dei documenti relativi all’acquisto delle azioni. Su questo punto Federconsumatori si è impegnata ad intervenire per ottenere gratuitamente l’accesso agli atti.
Quanto alla decisione se accettare o meno la proposta di ristoro da 9 euro ad azione e il relativo accordo “tombale” di rinuncia ad ogni altra pretesa, i soci riuniti in assemblea hanno posizioni diverse, ma prevale la linea di proseguire nell’azione legale. Nel video sotto, alcune interviste.

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