28 Marzo 2017

Alla Questura di Prato debutta “Eva”, un’agenda rosa per aiutare le vittime di violenza di genere


Un’“agenda rosa” con i numeri di telefono delle vittime di stalking, maltrattamenti in famiglia o violenza di genere a disposizione della centrale operativa della Questura, per aiutare le vittime e consentire un intervento più efficace da parte delle volanti. È l’idea alla base di “Eva”, (acronimo di “Esame violenze agite”), il progetto che il Ministero degli Interni, dopo la sperimentazione a Milano, ha esteso a tutte le Questure d’Italia, compresa quella di Prato.
Il sistema è semplice e consentirà, ogni qual volta arrivino chiamate da persone inserite nell’“agenda rosa”, di visualizzare sul computer una sorta di “alert” con i precedenti interventi della polizia presso quel nucleo familiare, eventuali misure cautelari a carico dello stalker e ovviamente la geolocalizzazione della chiamata. Le volanti potranno così intervenire con maggiori informazioni e avere gli elementi per applicare immediatamente, in casi gravi e di recidive, provvedimenti cautelari come l’allontanamento del coniuge o del compagno violento dalla casa, finanche ad arrivare all’arresto in flagranza.
“Finora alcune buone prassi erano affidate alla volontà dei singoli operatori ma era difficile per un agente delle volanti sapere che in una casa c’erano stati tanti altri interventi precedenti per liti familiari – afferma il dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico Andrea Belelli – Con questo progetto che ha avuto ottimi risultati a Milano, si mettono insieme le basi informative di più strutture e si adotta una procedura standardizzata a livello nazionale che stabilisce linee di intervento omogenee anche per le azioni custodiali”.

Nell’agenda rosa, a partire dal primo marzo scorso, sono inseriti i nomi delle persone da tutelare: nella lista ci sono coloro che hanno ottenuto l’ammonimento del Questore per il compagno violento, coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare, e le persone che sono state inserite a seguito di interventi di polizia per ripetute liti familiari (talora senza che sia mai stata presentata denuncia da parte della vittima).

“Il fenomeno della violenza di genere è purtroppo ricorrente e trasversale rispetto a fasce sociali e territori diversi – afferma la dirigente polizia anticrimine della Questura di Prato Rita Cascella -. Da un punto di vista normativo, in Italia abbiamo strumenti efficaci e all’avanguardia per tutelare le vittime; questo progetto ci consente di migliorare gli standard operativi, grazie anche all’utilizzo della tecnologia”.

Le denunce per maltrattamento in famiglia acquisite dalla Questura sono una cinquantina, ma spesso vengono ritirate, anche se ci sono dei casi – ad esempio in cui sono coinvolti figli minori – per i quali le forze dell’ordine possono procedere d’ufficio. Altro strumento disponibile, soprattutto per i fenomeni di stalking, sono gli ammonimenti a firma del questore: a chiederli è la vittima; la divisione anticrimine compie i dovuti accertamenti e nei casi fondati sottopone al questore il provvedimento. Lo stalker viene convocato a quel punto in Questura e diffidato affinchè cambi comportamento. Sono otto gli ammonimenti di questo tipo adottati nel corso di un anno a Prato, a fronte di una sessantina di domande. Nei casi restanti l’istruttoria ha evidenziato richieste eccessivamente “disinvolte”, talvolta strumentali a cause di divorzio o all’affidamento di figli minori.

Dario Zona

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