15 Marzo 2017

“Colletti bianchi”, al via il processo per il commercialista Robbi. Il socio cinese ha chiesto il rito abbreviato


Potrebbero essere celebrati tre diversi processi per l’inchiesta “Colletti bianchi”, che lo scorso novembre ha coinvolto i responsabili degli studi professionali Robbi e Rosini, accusati di aver prodotto un vasto giro di false buste paga e documenti utili ad eludere i controlli fiscali e far ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno a cittadini cinesi. Gli indagati in tutto sono 83, fra i quali anche gli imprenditori orientali che hanno beneficiato del sistema e alcuni dipendenti dei due studi professionali. Questi ultimi sono stati tra i primi a collaborare con gli inquirenti e otto di loro hanno chiesto di patteggiare. Ha reso dichiarazioni ai pm Gestri e Sangermano anche Zhong Rongchang, socio di Alberto Robbi, che ha ammesso le sue responsabilità e assieme alla moglie, entrambi ai domiciliari ed entrambi assistiti dall’avvocato Tiziano Veltri, ha chiesto il giudizio abbreviato, che sarà discusso a giugno.

Inizierà invece dopodomani, con rito ordinario, il processo a carico di Alberto Robbi, il commercialista di Verona che aveva aperto con Zhong lo studio di via Colombo riuscendo ad attrarre 858 ditte cinesi grazie al passaparola e al servizio “tutto compreso”, pubblicizzato come il sistema “più sicuro..credibile e professionale” per ottenere un permesso di soggiorno con documenti falsi, con una cifra compresa tra i 1200 e i 1500 euro. Robbi da 4 mesi è sottoposto a misura cautelare, prima in carcere e attualmente ai domiciliari, dopo la revisione decisa dal Tribunale del Riesame.
L’avvocato Gabriele Terranova, che lo assiste assieme all’avvocato Zanini, è convinto di poter dimostrare l’estraneità ai fatti. “È un mero socio di capitali dello studio di Prato, dove si recava solo per fornire consulenza nel know how. Non risulta che le condotte materiali siano state poste in essere da lui; si assume che sia concorrente nei reati per il fatto che è considerato un titolare, ma non è così: è un socio accomandante, che ha il divieto di ingerirsi nella gestione ordinaria dello studio”.

Ancora da chiudere le indagini nei confronti dello studio Rosini di via Traversa Pistoiese, il cui consulente del lavoro, il pistoiese Filippo Rosini due mesi fa è finito nuovamente agli arresti domiciliari con l’accusa di aver tentato di reiterare pratiche illecite attraverso una nuova società, costituita per non perdere la vasta clientela: negli ultimi nove anni, lo studio ha tenuto la contabilità per ben 2.087 imprese cinesi, un quinto di tutte le ditte individuali orientali censite in quel periodo.