Il Maresciallo del Carabinieri Giuseppe Giangrande è stato ospite questa mattina al Liceo Rodari. L’incontro verteva sul tema della legalità: con l’occasione il Maresciallo Giangrande ha presentato la sua autobiografia “Il prezzo della fedeltà” (il cui ricavato andrà in beneficenza ad un’associazione che si occupa del sostegno degli orfani dell’Arma dei Carabinieri). Si avvicina il quarto anniversario del colpo di pistola che lo ferì di fronte a Palazzo Chigi il giorno del giuramento di Enrico Letta. A quell’evento sono seguiti una lunga convalescenza e numerosi ricoveri in ospedale, il “calvario della mia rieducazione, anche fisica”, come ha specificato Giangrande, che da allora ha entrambi gli arti paralizzati.
“Mi è capitato di andare su You Tube e di rivedere i fotogrammi di quello che io chiamo l’ ‘incidente’ – racconta Giangrande -; lo chiamo così perché quando si fa il giuramento da Carabinieri sul Tricolore, si mette sempre in conto che qualcosa ci potrà succedere”. Parole commoventi sono state dedicate alla figlia Martina, presente all’incontro di oggi e figura di riferimento per Giangrande dal giorno dello sparo (“Con la morte della madre e il mio incidente, nel giro di pochi mesi a Martina è caduta una montagna addosso: ne è uscita con un carattere di ferro che io, vivendoci insieme, prima che accadesse tutto, non le avrei mai attribuito. E’ la mia roccia”).
Piccola curiosità, al momento delle domande da parte degli studenti, uno di loro ha chiesto al Comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette se era vero che per il futuro si stava riparlando di ripristinare la leva obbligatoria: Del Sette ha risposto che non si tratta di un’ipotesi praticabile, ciò che poi è stato immediatamente confermato dal Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli. Quest’ultima, a margine dell’incontro, è intervenuta anche su un problema, in ambito scolastico, riguardante da vicino la nostra città: Istituti superiori con troppi studenti ma troppo poco spazio.
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Lucrezia Sandri
