3 Marzo 2017

Patto contro l’illegalità, associazioni di categoria e sindacati del tessile insieme per chiedere controlli mirati


Stop alla concorrenza sleale, all’illegalità economica, agli orari e alle retribuzioni indecenti e su base etnica. A dirlo a gran voce sono i rappresentati delle associazioni datoriali pratesi e dei sindacati tessili, che hanno firmato un protocollo per il lavoro dignitoso e per il ripristino della legalità nel sistema produttivo illegale pratese del tessile-abbigliamento. Un documento congiunto che arriva ad un mese esatto dall’istituzione del tavolo sulla legalità del lavoro nel distretto, costituitosi in seguito al grido d’allarme lanciato dalla Filctem Cgil.

Dito puntato contro tintorie e stamperie, per la maggioranza a conduzione cinese, che si avvalgono anche della complicità di “professionisti” italiani scorretti. Secondo i firmatari del protocollo – Confartigianato Imprese Prato, Cna, Confindustria Toscana Nord, Cgil, Cisl e Uil – sarebbero una ventina al massimo le aziende che alimenterebbero il flusso produttivo illegale. Si tratta principalmente di aziende che non presentano i tipici dormitori e neanche particolari situazioni di degrado, motivo questo che le porta a sfuggire dagli abituali controlli fatti dagli ispettori Asl o dai gruppi interforze. L’emersione e la conversione dell’illegalità in legalità, per i firmatari del protocollo, è la sfida da giocare per rilanciare il distretto. Questo può essere fatto affiancando alle ispezioni a tappeto previste dal piano per il lavoro sicuro, controlli interforze mirati a quelle poche tintorie e stamperie funzionali al sistema illegale, il cui vantaggio maggiore è dato, secondo i firmatari, dallo sfruttamento lavorativo e dall’evasione fiscale e contributiva. Un fenomeno questo che ha causato la chiusura di aziende corrette e il conseguente licenziamento dei loro dipendenti. Altro tema caldo, l’organizzazione del lavoro: è necessario controllare con appostamenti prolungati gli effettivi orari di ingresso e di uscita dei lavoratori rispetto ai contratti che li coprono. Prioritario inoltre, per contrastare il fenomeno, analizzare le merci in entrata e in uscita dal territorio. Il deterrente maggiore sarebbe l’applicazione sistematica da parte dell’Inps della normativa sulla responsabilità solidale, che costringerebbe i committenti delle aziende sleali a rispondere della contribuzione non versata dai propri terzisti. Il protocollo, che è già stato consegnato al Prefetto Rosalba Scialla, lunedì finirà anche nelle mani del procuratore e degli organi di controllo e martedì sarà al centro dell’incontro del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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