Viaggiava nascosta persino nei giochi per bambini, anche in bambole, la droga importata dalla Cina all’Italia dall’organizzazione sgominata con una serie di arresti dalla Dda di Firenze, dopo indagini della polizia postale della Toscana e della squadra mobile. Il traffico internazionale era destinato alla zona di Prato e ha riguardato stupefacenti del tipo metamfetamina (shaboo) e ketamina, droghe considerate anche più potenti della cocaina. Secondo le indagini, svolte tra il 2014 e il 2015 gli introiti illeciti di questa organizzazione hanno superato i 3 milioni e mezzo di euro. La polizia ha sequestrato oltre 5 chili di shaboo durante le stesse indagini ma la stima è che in un anno venissero importati 12 chili. Il traffico veniva fatto sfruttando le normali direttrici degli spedizionieri internazionali e le basi logistiche per lo smercio a Prato erano un ristorante, un appartamento e un internet point. La droga veniva nascosta tra merci normali tra cui, oltre ai giochi, anche materiale elettrico, come multiprese, e persino telefoni d’antiquariato.
La Dda di Firenze ha arrestato i capi in Italia dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e al riciclaggio dei proventi. Fra i 12 indagati è finito in carcere il cinese nato in Italia che curava da Teramo la gestione dell’intero traffico, sia trattando con appositi viaggi ad Hong Kong le partite di droga da importare, sia coordinando la distribuzione. E fra i suoi compiti, secondo quanto emerso nell’inchiesta coordinata dal pm Eligio Paolini, ci sarebbe stato anche quello di gestire una cassa comune per pagare gli avvocati e le spese legali in caso di arresti. Il gip di Firenze ha emesso un’ordinanza con cinque misure di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari. E’ sfuggito alla cattura il capo dell’associazione, soprannome Shifu che vive a Hong Kong. Sono ai domiciliari i due indagati che vengono accusati di riciclaggio per il reimpiego dei capitali illeciti su conti correnti cinesi attraverso operazioni di home banking.
I dettagli dell’operazione
Base a Prato, in un appartamento, in un internet point e in un ristorante, per l’organizzazione criminale specializzata in importazione di droghe sintetiche dalla Cina sgominata questa mattina da Dda di Firenze e polizia. Tra gli arrestati il capo dell’organizzazione in Italia, che è un cinese di 25 anni nato a Firenze: di fatto curava il ritiro delle spedizioni e lo stoccaggio. La droga veniva infatti nascosta nella sua abitazione di Prato, e in un internet point della zona. Il 25enne curava inoltre, anche attraverso suoi collaboratori, le fasi successive della contrattazione e della vendita delle droghe sintetiche. Inoltre raccoglieva il denaro delle vendite e provvedeva a farlo giungere in Cina mediante intermediari da lui individuati, dopo averlo convertito in valuta cinese. Gli inquirenti sospettano che il denaro venisse trasferito in contanti all’estero con sistemi di spedizioni ordinari e che poi fosse bonificato attraverso conti bancari, anche ai fornitori di droga per la quota pattuita. La polizia ha arrestato il 25enne a Teramo, dove si era trasferito negli ultimi tempi, tuttavia ha quasi sempre operato a Prato per il traffico di shaboo e ketamina. Delle otto misure cautelari stabilite dal gip, al momento quattro indagati sono finiti in carcere e uno ai domiciliari. Altri tre, però, sono ricercati in Cina tra cui il capo del traffico ‘globale’ che vive a Hong Kong e che, secondo quanto risulta, in Italia non sarebbe mai venuto. Secondo quanto accertato dalla polizia, la droga – shaboo e ketamina – era destinata a rifornire solo i cinesi di Prato. Lo stupefacente, prodotto a Hong Kong, era importato in Italia nascosto tra merci comuni attraverso ignari spedizionieri. Ritirata dall’organizzazione era poi stoccata a Prato, da dove poi veniva in parte utilizzata per lo spaccio al dettaglio e in parte rivenduta e inviata anche in Nord Italia.
