Blitz interforze in una stamperia cinese situata in Via Toscana. Stavolta la ditta risultava in possesso di regolare autorizzazione Ambientale. Tuttavia l’azienda, gestita da un cittadino orientale di anni 51, anziché convogliare le soluzioni acquose derivanti dal procedimento di lavaggio dei quadri da stampa in un apposito serbatoio e smaltirle periodicamente come rifiuto, aveva pensato bene di convogliarle direttamente nel pozzetto di raccolta delle acque piovane posto nel resede posteriore della ditta, in un’area appartata, in modo da non destare sospetti. Il tutto si traduceva in notevoli risparmi sui costi di smaltimento. La ditta, infatti, sebbene in attività dal 2015, non è stata in grado di esibire documentazione attestante lo smaltimento di tale tipologia di rifiuti. In fognatura finivano pertanto acque contaminate da sostanze classificabili come pericolose (pigmenti organici e solventi).
Riscontrate difformità anche rispetto a quanto autorizzato per l’aspetto delle emissioni in atmosfera. Nella ditta non erano presenti, infatti, i registri dove sarebbero dovute essere annotate le operazioni riguardanti le analisi. Al fine stoppare l’attività illecita è stata messa sotto sequestro la vasca di lavaggio quadri e telai, disponendo inoltre lo smaltimento corretto dei rifiuti. Il titolare dell’attività è stato denunciato per abbandono di rifiuti pericolosi. La polizia municipale ha contestato sanzioni amministrative per la non corretta tenuta del registro di carico e scarico, mentre violazioni penali sono state rilevate da parte dei Vigili del fuoco e dell’Asl-Dipartimento della prevenzione sui luoghi di lavoro.
Circa un mese fa sempre polizia municipale ed Arpat avevano sequestrato un’altra stamperia posta all’interno dello stesso fabbricato.