6 Luglio 2017

Mostra «Legati da una Cintola», presentato il percorso espositivo: sette sezioni per ripercorrere il legame tra Prato e la sua preziosa reliquia VIDEO


Inizia il conto alla rovescia per la mostra dedicata al Sacro Cingolo mariano, il tesoro più prezioso della nostra Prato. Giovedì 7 settembre, vigilia della Madonna della Fiera, la festa più cara ai pratesi, è in programma l’inaugurazione di «Legati da una Cintola – L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città».

Il percorso espositivo della mostra, allestita nel Museo di Palazzo Pretorio, è stato presentato questa mattina a Firenze all’Opificio delle Pietre Dure. La mostra è organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi ed è curata da Andrea Marchi e Cristina Gnoni.

 

 

Il tema della sacra reliquia consente di mettere una luce sul Trecento, un età di grande prosperità per Prato, a partire dalle committenze ad artisti di prima grandezza come lo scultore Giovanni Pisano e il pittore Bernardo Daddi che diedero risonanza e prestigio alla devozione mariana come vero e proprio culto civico.

«Ritengo che questa mostra abbia un valore particolare – ha spiegato Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – perché evidenzia quel profondo legame che unisce un’opera d’arte alla vita delle persone. Talvolta quando guardiamo un’opera ci dimentichiamo di contestualizzarla, trascurando il fatto che essa è espressione di un preciso momento storico e culturale, che ne ha determinato la sua origine e sue caratteristiche».

 

 

La mostra prende spunto dal Sacro Cingolo per intrecciare i fili di un racconto che parla della città e del suo ricco patrimonio di cultura e bellezza custodito sul territorio.

«Decidere di dedicare una mostra al Sacro Cingolo vuol dire decidere di raccontare con perizia come gli elementi devozionali e legati al culto siano inscindibilmente connessi alla storia della committenza artistica della città e questa a sua volta sia non distinguibile dal governo della città stessa», hanno detto il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore comunale alla Cultura Simone Mangani.

«La Cintola è come una radice di un legame che sostiene tutto quello che la Chiesa fa e tutto quello che la città intende esprimere nell’unità delle proprie componenti – ha affermato il vicario generale della Diocesi di Prato mons. Nedo Mannucci – tanto è vero che quando papa Francesco è venuto a Prato ha sottolineato il fatto che questa natura mariana della Chiesa di Prato legata alla Cintola permette di essere come Maria, cioè accogliente».

 

Sotto le intervista a Matteo Biffoni e mons. Nedo Mannucci

 

Al centro di «Legati da una Cintola» c’è la pala del Daddi, una delle immagini più prestigiose del Trecento, dedicata all’Assunta e al dono miracoloso della cintura all’incredulo Tommaso. L’opera, commissionata nel 1337 è stata smembrata nel tempo – alcune parti si trovano ai Musei Vaticani e al Metropolitan di New York – e per l’occasione farà ritorno a Prato in tutti i suoi componenti.

Oggi è stato annunciato il percorso espositivo. La mostra si apre con una delle prime attestazioni in occidente della Madonna Assunta che don la cintola, con il rilievo del Maestro di Cabestany, scultore romanico attivo in Francia e in Toscana, che lavorò a Prato nei capitelli del chiostro dell’antica prepositura di Santo Stefano (prima sezione). La seconda e la terza sezione sono dedicate alla pala ricostruita del Daddi. Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV faranno da cornice alla sezione quattro, con l’esposizione del bellissimo polittico dipinto da Giovanni da Milano per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del Pretorio.
Segue una rassegna delle diverse elaborazioni dell’iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell’arte toscana del Trecento (sezione cinque). Si passa poi alla «tradizione seguente», con le pale di Stradano e Santi di Tito (sezione sei). Infine, l’ultima parte, «il culto e l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e in Toscana», con l’esposizione di tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto del Sacro Cingolo: le preziose custodie, suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola in cattedrale.
Anche il duomo sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella, solitamente chiusa alla visita, per ammirare gli affreschi di Agnolo Gaddi.

 

G.C.

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