21 Settembre 2017

Bpvi, con il salvataggio Prato perde 100 posti di lavoro. E Banca Intesa potrebbe tagliare gli stipendi


Cento posti di lavoro in meno, con un taglio del 25% dell’organico a Prato e provincia. È questo lo scotto che sarà pagato dal territorio, sul fronte del personale, con il dissesto della Banca Popolare di Vicenza, acquisita lo scorso luglio da Banca Intesa SanPaolo, grazie all’intervento dello Stato che ha garantito il salvataggio di BpVi e Veneto Banca con 6,5 miliardi di euro.
L’operazione prevede un taglio di 4 mila dipendenti e di 600 sportelli su scala nazionale. Nei giorni scorsi sono scaduti i termini per manifestare le adesioni alle uscite volontarie, che saranno finanziate con i fondi di settore: in tutta Italia sono arrivate 1040 domande di prepensionamento, di cui 140 in Toscana, buona parte delle quali a Prato.
Gli ex dipendenti BpVi, oggi Banca Intesa, passeranno dunque da 400 a circa 300 entro la fine dell’anno. Ancora più imminenti le chiusure delle filiali ex BpVi: ancora non è ufficiale la lista dei 600 sportelli da tagliare su scala nazionale, ma 250 saranno “sacrificati” entro il ponte dell’8 dicembre. Prima di quella data, in cui è prevista anche la transizione ai nuovi sistemi informatici, Prato potrebbe perdere alcune delle 25 agenzie attuali, nelle zone in cui la presenza della Banca è maggiore o dove si sono create sovrapposizioni con Cassa di Risparmio di Firenze, appartenente allo stesso Gruppo Intesa.

Stipendio a rischio decurtazione

Altra questione aperta è il trattamento economico dei 300 ex dipendenti pratesi BpVi che rimarranno in forza a Banca Intesa. L’azienda che lo scorso 1 luglio ha rilevato i lavoratori e le attività delle popolari venete a zero euro, si è impegnata a mantenere inalterate le buste paga fino a fine anno.
Ma in assenza di un nuovo accordo sindacale, Banca Intesa, che intende tagliare il costo del personale, ha fatto sapere che applicherà solamente quanto previsto dal contratto nazionale, senza riconoscere gli accordi individuali e collettivi preesistenti. Per i lavoratori, il rischio, come accaduto ai colleghi di altri istituti di credito acquisiti da Banca Intesa in passato (ma senza l’intervento dello Stato), è di subire il taglio di alcune voci in busta paga. Chi percepisce 1800 euro, in base ad alcune simulazioni, potrebbe arrivare a guadagnare fino a 300 euro in meno. Una perdita di potere di acquisto, che assieme ai 100 posti di lavoro tagliati e ai risparmi andati in fumo degli azionisti BpVi, significherebbe un ulteriore impoverimento per il territorio pratese.

Dario Zona

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