30 Ottobre 2017

Tragedia Tignamica, tre arresti per l’incendio nella casa fabbrica in cui persero la vita due operai


Tre arresti per la morte di due cittadini cinesi nell’incendio che il 26 agosto scorso si sviluppò all’interno di una confezione completamente abusiva allestita nella mansarda di una palazzina alla Tignamica, nel comune di Vaiano. Le misure, eseguite stamani dai carabinieri, hanno colpito tre dei 4 indagati per omicidio colposo plurimo e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche: Hu YinYan e il marito Hu Yongsheng, ritenuti i titolari dell’attività, sono finiti in carcere; agli arresti domiciliari, per i 75 giorni necessari alla chiusura delle indagini, Patrizia Carmagnini, la proprietaria dell’immobile concesso in affitto ai cinesi. Nei confronti di tutti e tre la Procura ha chiesto e ottenuto le misure cautelari ravvisando il pericolo di inquinamento probatorio: le telefonate, intercettate, successive alla tragedia, mostrerebbero che sia i cinesi sia la proprietaria italiana dell’appartamento hanno contattato possibili testimoni per concordare una versione di favore.

Secondo le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Francesco Sottosanti, i due cinesi erano stati titolari di ditte di confezioni in capannoni-dormitorio fin dal 2007, intestate ora all’uno, ora all’altro. Poi nel 2014, a seguito di alcuni controlli, la scelta di “clandestinizzare” l’attività: Hu YinYan subentra al figlio nell’affitto della palazzina della Tignamica ed nei mesi successivi che le macchine da cucire e gli operai avrebbero fatto il loro ingresso nella mansarda. A testimoniarlo, anche il picco di consumi elettrici e le richieste di maggiore potenza inoltrate all’Enel.
Secondo gli investigatori, Patrizia Carmagnini era al corrente della situazione da molto tempo: almeno dal settembre 2016, data in cui, secondo gli accertamenti informatici della Procura, è stato creato nel computer in uso alla donna, il file di una prima disdetta del contratto di affitto legata agli abusi. Il giorno della tragedia la proprietaria dell’immobile consegnò ai carabinieri una lettera, datata 3 agosto e sottoscritta da Hu YinYan, nella quale intimava all’inquilina cinese di togliere le taglia e cuci entro 30 giorni. Non una raccomandata spedita – ha spiegato la donna – ma consegnata a mano, che ha da subito insospettito gli inquirenti.

Dalle intercettazioni emerge anche l’intenzione dei due coniugi cinesi di proseguire l’attività di confezione anche dopo la tragedia: al telefono si parla di forzare i sigilli dell’appartamento e riprendere possesso delle taglia e cuci, una ventina, presenti nella mansarda, per continuare a lavorare nell’illegalità.
I rilievi di vigili del fuoco, carabinieri e polizia municipale hanno scoperto anche un abuso edilizio: la separazione, tramite cartongesso, di primo piano e mansarda. Una circostanza che sarebbe antecedente al 2014 e che può aver avuto un effetto sulla propagazione dell’incendio. A causare il rogo è stato un guasto elettrico; l’impianto – secondo gli accertamenti svolti finora – non era a norma per la mancanza dell’interruttore automatico magnetotermico e di una dichiarazione di conformità. Carenze che verranno contestate all’elettricista di Vaiano, quarto indagato nell’inchiesta, il quale dovrà rispondere di incendio e di omicidio colposo plurimo.

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