28 Novembre 2017

Aggressione alla compagna dell’industriale Miliotti, denunciati tre ragazzi per lesioni gravi: è stato uno “scherzo” di Halloween degenerato FOTO


Non una tentata rapina, nessuna violenta ritorsione, né scenari ancora peggiori. L’aggressione subita lo scorso 31 ottobre da Maria Pia Papini, compagna dell’industriale Franco Miliotti, mentre tornava a casa in auto in via del Cassero, è uno stupido scherzo di Halloween degenerato dopo troppi bicchieri di alcol. I responsabili sono tre giovani di 18, 20 e 22 anni di Agliana che sono stati individuati dalla squadra mobile della Questura di Prato e hanno ammesso le loro responsabilità.
Hanno raccontato di essersi appostati nella stradina del centro fin dal tardo pomeriggio, indossando delle maschere con l’urlo di Munch e mentre due di loro fingevano di litigare per bloccare le auto in transito, il terzo sbucava da un cipresso a margine della strada e andava a scuotere le auto cercando di spaventare gli automobilisti. Uno scherzo ripetuto sei, sette volte fino a che, complice qualche bevuta di troppo, uno dei tre si è spinto oltre ed ha scagliato una pietra contro il finestrino dell’auto condotta dalla compagna dell’imprenditore. La donna, colpita in pieno volto, subì la frattura del naso; terrorizzata e sanguinante riuscì a guidare l’auto fino a casa per poi dare l’allarme.

Le indagini della squadra mobile sono partite dalle testimonianze raccolte nelle prime ore dopo i fatti; alcuni degli automobilisti che prima di Maria Pia Papini avevano subito lo scherzo dei tre giovani hanno riferito la circostanza agli uomini del vicequestore Francesco Nannucci, che hanno portato avanti questa pista, pur considerando anche scenari più complessi. Le immagini di telecamere di videorveglianza della zona, acquisite dalla polizia, mostrano tre giovani che attorno alle 17,30 del 31 ottobre si muovono in viale Piave.

Uno di loro indossa un giubbotto di pelle da motociclista piuttosto riconoscibile; un altro ha una maschera come quelle di cui parlano le vittime. Iniziano i riscontri ma nessuno dei commercianti della zona, né il personale delle scuola guida (altro potenziale target, vista la giovane età) riconosce i ragazzi, che gravitano su Agliana.

I fotogrammi con i loro volti vengono mostrati anche ad altri gestori di locali, e alla fine un barista tra Montemurlo e Agliana indica il nome di battesimo di uno dei tre, dicendo che il giovane abita ad Agliana. Le ricerche proseguono incrociando i dati dell’anagrafe e i social network, finchè da facebook spunta il profilo giusto: la foto del giovane coincide con il fotogramma in mano ai poliziotti e sulla sua pagina c’è anche la foto di una maschera, come quella usata la sera di Halloween.

Il ragazzo viene sentito in Questura, ammette le proprie responsabilità e indica i complici. Dice che lo scherzo è scappato di mano per colpa dell’amico che ha estratto la pietra senza dire niente agli altri due. Tutti e tre confessano di fronte al sostituto procuratore Laura Canovai, che segue le indagini. Gli agenti acquisiscono i vestiti indossati dai tre ragazzi la sera dell’agguato, compreso il giubbotto di pelle e una delle maschere. I tre aggressori sono italiani, hanno famiglie normali e un lavoro. Volevano passare una serata diversa a Prato; sono stati denunciati per lesioni gravi.

Sotto, l’intervista al dirigente della squadra mobile Francesco Nannucci, che spiega come sono state condotte le indagini.

Il questore Paolo Rossi ha ringraziato i suoi uomini per l’indagine compiuta sul campo “con sacrificio diuturno di tanti ragazzi”, ha sottolineato l’importanza delle telecamere di videosorveglianza, che hanno contribuito a risolvere i casi più complessi degli ultimi mesi, e si è detto orgoglioso di aver mantenuto la promessa fatta alle vittime dell’aggressione, quando si presentarono in Questura a sporgere denuncia: assicurare alla giustizia i responsabili del fatto, che aveva nuovamente fatto scattare l’allarme sicurezza nella nostra città.

Guarda l’intervista al questore Paolo Rossi

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