21 Dicembre 2017

Banche, allarme della Cgil: “A Prato fenomeni di lavoro nero”


Lavoro nero agli sportelli bancari di Prato: è la denuncia della Fisac-Cgil di Prato, che afferma di raccogliere “da mesi” le segnalazioni di “lavoratrici e lavoratori degli sportelli bancari di alcuni istituti di credito e di agenzie di assicurazioni, che dichiarano di lavorare molte ore in più rispetto al loro normale orario senza vedersi riconosciuta la retribuzione e, di conseguenza, i contributi. Stiamo effettuando verifiche e coinvolgeremo le altre organizzazioni sindacali su questo tema”. A Prato, lamenta il sindacato, “si sono susseguite operazioni di fusioni tra banche e incorporazioni, oltre alla chiusura di filiali a seguito di razionalizzazione degli sportelli che comportano, sempre, un aggravio di lavoro non solo nei primi mesi, anche perché queste operazioni sono sempre accompagnate da alta mobilità del personale dipendente e accordi di fuoriuscita di decine e decine di lavoratrici e lavoratori che raggiungono i requisiti per la pensione o che fuoriescono dalle aziende attraverso l’ammortizzatore di settore, a seguito dell’applicazione dei piani industriali”.

La CGIL, come sottolinea il segretario confederale con delega al credito Daniela Boschi, metterà in campo iniziative di tutela collettiva ed individuale. Anche perchè la situazione non andrà a migliorare: ex Popolare di Vicenza ora Intesa San Paolo ha chiuso 3 filiali su 20 a Prato (Nuovo Ospedale, via Panziera, via Fiorentina) e prevede la cessazione in primavera anche dello sportello ai Ciliani. Gli effetti di queste manovre non sono visibili solo sui lavoratori: lunedì è stata una giornata difficile anche per i correntisti dell’ex BpVi, che nel weekend dell’8 dicembre ha fatto il passaggio dal proprio sistema informatico a quello di Intesa. Ore di coda per effettuare un’operazione, problemi nell’accesso all’home banking.

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