23 Dicembre 2017

I sindacati di categoria chiedono più controlli dell’Inps per il rispetto della responsabilità solidale nel distretto


La battaglia della Cgil di Prato per la piena applicazione della responsabilità solidale negli appalti e nella subfornitura dell’area tessile-moda è diventata una battaglia delle sigle sindacali di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil) a livello nazionale. Nell’ambito del nuovo contratto della manifattura recentemente rinnovato, è stato inserito un articolo che sollecita l’Inps a portare avanti attività di verifica sistematiche in tutti i passaggi della filiera produttiva, dal committente ai vari terzisti, con l’obiettivo di accertare il rispetto degli obblighi contributivi nei confronti dei lavoratori. Laddove questi obblighi non siano stati assolti, il committente è obbligato per legge (art. 29 del d.lgs. 192/1998 e art. 29 del d.lgs. 276/2003)  in solido con il subfornitore a versare i crediti lavorativi dei dipendenti di quest’ultimo. «Nel nuovo contratto del tessile abbiamo inserito un avviso pubblico per riaffermare con forza la necessità di tutelare i lavoratori e le imprese artigiane operanti per conto terzi che rispettano le clausole del contratto collettivo nazionale di lavoro – riferisce Massimiliano Brezzo, segretario della Filctem Cgil -. La validità di un metodo che veda l’Inps fare controlli a tappeto nel distretto, e noi diciamo che basterebbe partire da quelle dieci tintorie che abbiamo per controllare tutto il sistema, è confermata da un caso come quello del distretto calzaturiero del Fermano-Maceratese, fotocopia del distretto pratese per la diffusione delle lavorazioni “in conto terzi”. Nel maceratese l’Inps ha dato avvio ad una serie di accertamenti relative alle condizioni contributive di tutti i lavoratori del settore. E’ emerso il 99% di illegalità. Dopo il primo mese, però, hanno cominciato  a fioccare le assunzioni dei dipendenti a nero e le trasformazioni da part time a full time. Risultato dopo due anni: soldi recuperati per le casse dell’Inps e riapertura di aziende terziste italiane che erano sparite a causa dell’illegalità”.

Fino ad ora la denuncia agli organi competenti del mancato pagamento dei contributi era affidata alla buona volontà e alla possibilità di finanziamento dei dipendenti, come ha dimostrato la causa intentata nel 2010 e vinta dalla lavoratrice del gruppo tessile Flowers, il cui debito pendente è stato saldato dall’azienda Milior, per conto della quale si occupava del controllo qualità. Con una partecipazione più attiva da parte dell’Inps, sostiene la Cgil, i casi di illegalità e lavoro nero potrebbero essere colpiti con maggiore efficacia, “Salvando così il distretto”.

LS

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