19 Dicembre 2017

Inchiesta baby calciatori africani, la Procura accoglie le richieste di patteggiamento per quattro indagati


La Procura di Prato ha espresso parere favorevole ai patteggiamenti chiesti da quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla tratta di giovani calciatori africani fatti giungere in Italia in violazione delle leggi sull’immigrazione, con l’intenzione di tesserarli aggirando le norme FIFA e guadagnare sui trasferimenti a società di calcio professionistiche. L’ex presidente della Sestese Filippo Giusti (dimessosi dopo l’inchiesta), i procuratori sportivi Filippo Pacini e Mauro Cevoli e l’ivoriana Stephanie Nety hanno chiesto di patteggiare pene comprese tra un anno e sei mesi e un anno e otto mesi, con multe tra i 5 mila e i 24 mila euro, a vario titolo per ingresso clandestino di minori in Italia e falso in atto pubblico. Giusti, che su questo punto non ha reso dichiarazioni confessorie, ha accettato di patteggiare anche per il reato di frode sportiva in merito alla presunta combine su nove partite del campionato di calcio dilettanti che coinvolgono anche altre squadre oltre alla Sestese. Gli atti dell’interrogatorio dell’indagato saranno trasmessi alla Procura federale per l’inchiesta sportiva aperta sulla scorta dell’indagine della squadra mobile.
Sulle richieste di patteggiamento, che come detto hanno ottenuto il consenso della Procura, si dovrà esprimere il gip che ha già fissato l’udienza per la discussione. Diversa la linea difensiva di Paolo Toccafondi, il presidente del Prato Calcio che ha sempre respinto le accuse, a partire dall’interrogatorio fiume della scorsa estate, fino al ritorno alla guida della società, dopo che la stessa Procura aveva chiesto la revoca dell’inibizione, lo scorso 12 settembre. Nei suoi confronti la Procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio.