19 Dicembre 2017

Maltrattamento animali al Csn di Galceti, chiesta la condanna a 1 anno e 10 mesi per l’ex direttore Gilberto Tozzi


Assoluzione per non aver commesso il fatto per Saverio e Deanna Tozzi. Condanna a 1 anno e 10 mesi, oltre a 9 mila euro di multa, per Gilberto Tozzi. Sono le richieste del pubblico ministero Egidio Celano, nel processo agli ex gestori del Centro di scienze naturali di Galceti, arrivato alle battute finali sette anni e mezzo dopo i fatti contestati. Anche oggi si è tenta un’udienza straordinaria-fiume per ascoltare gli ultimi testimoni ed evitare la prescrizione, già scattata per alcuni reati e di cui è prevista la decorrenza nei prossimi giorni anche per le altre contestazioni.
Nella sua requisitoria il pubblico ministero ha escluso responsabilità di Saverio e Deanna Tozzi in riferimento al maltrattamento degli animali: la seconda si occupava degli aspetti didattici del Csn, mentre il figlio Saverio curava gli aspetti tecnologici e operativi legati alla protezione civile e al servizio antincendi boschivi.
Per quanto riguarda l’ex direttore Gilberto Tozzi, il pm Celano ha chiesto la condanna per la detenzione di una carabina ad aria compressa non denunciata e di tre caricatori, per l’uccisione dei 240 storni e 12 piccioni ritrovati nei congelatori del centro, e per il maltrattamento di animali legati alle condizioni in cui erano tenuti cervi, daini e cinghiali: recinti troppo piccoli, alimentazione inadeguata con impiego di bibite gasate e merendine. Il pubblico ministero ha invece chiesto l’assoluzione per i maltrattamenti tramite somministrazione di farmaci scaduti e la prescrizione per gli altri reati contestati, tra cui l’esercizio abusivo della professione veterinaria.
Tozzi
L’avvocato Michele Nigro, difensore di Gilberto Tozzi, ha chiesto l’assoluzione per tutti i reati, compresi quelli prescritti. Nella sua arringa il legale ha sottolineato le gravi carenze nell’indagine, condotta “distrattamente”, e ha messo in discussione l’attendibilità di Mirko Paiar, ex volontario del Csn allontanato nell’agosto 2009 per motivi disciplinari e poi divenuto il principale accusatore dei Tozzi.
Quanto alla carabina ad aria compressa, Nigro ha affermato che si tratta di un’arma giocattolo che sparava a pallini di piombo: “Quando fu venduta allo zio dell’imputato la si acquistava liberamente e non la si doveva denunciare. Nel 1975 cambiò la normativa e da allora c’è l’obbligo di denuncia salvo per quelle depotenziate e il nostro consulente ha dimostrato la sostanziale equivalenza tra l’arma depotenziata e la nostra carabina”. Quanto ai maltrattamenti di animali, l’avvocato Nigro ha sottolineato che si tratta di “reati di evento” e ha escluso che il processo abbia portato prove di lesioni sofferte dagli animali per effetto dei presunti maltrattamenti, così come non ci sarebbero prove della caccia da parte di Giberto Tozzi degli storni trovati morti nei congelatori. Nell’udienza di oggi hanno discusso anche le parti civili: la Fondazione Parsec (attuale gestore del centro di Galceti) e la Lav. Gilberto e Saverio Tozzi si sono rivolti al giudice rendendo dichiarazioni spontanee: hanno respinto le accuse e rivendicato il proprio ruolo nella nascita e nello sviluppo del Csn, divenuto punto di riferimento in ambito scientifico a livello nazionale e internazionale. Domani sono attesi l’arringa dell’avvocato Alberto Rocca, difensore di Saverio e Deanna Tozzi e la sentenza da parte del collegio giudicante.

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