2 Gennaio 2018

Ancora code dei correntisti alle filiali ex BPVi: ore di attesa per prelievi e versamenti VIDEO


Nella tarda mattinata di oggi la filiale ex Popolare di Vicenza ora Intesa San San Paolo di via Filzi si presentava così: sportelli sbarrati per smaltire entro l’orario di chiusura delle 13.30 le code di clienti che si erano già formate. La migrazione delle banche ex venete entro l’alveo di Intesa San Paolo sta creando grossi disagi ai correntisti già dalle settimane precedenti le festività natalizie. Dal momento del passaggio del sistema informatico di BpVi a quello del gruppo Intesa, avvenuto nel weekend dall’8 al 10 dicembre, per effettuare semplici operazioni come prelievi e versamenti si possono impiegare anche molte ore.

Intesa San Paolo minimizza i disagi e spiega che “le problematiche legate alla migrazione sono state minime e non dovute a difficoltà di natura procedurale né informatica, quanto piuttosto ad una inevitabile situazione di allineamento operativo che ha influito, in queste prime fasi, nella consueta operatività bancaria, anche a seguito della consistente affluenza dei correntisti presso gli sportelli per assolvere ad alcuni aspetti di ricontrattualizzazione del rapporto”. In particolare, spiegano ancora da Intesa, i clienti si stanno recando tutti a ritirare i nuovi bancomat e le nuove carte (quelle attuali continueranno a funzionare fino al 31 marzo 2018 ma danno la possibilità di ritirare solo fino ad un massimo di 250 euro al giorno) o a richiedere chiarimenti e spiegazioni.

Per parte loro i sindacati sottolineano le difficoltà che stanno affrontando in questi giorni i lavoratori e chiedono alla nuova azienda di prevedere un periodo ulteriore di permanenza dei soggetti che in questi giorni e fino all’8 gennaio stanno affiancando il personale ex BpVi nel delicato passaggio alle nuove procedure informatiche. I sindacati aziendali chiedono congiuntamente anche il riconoscimento del lavoro straordinario prestato dai dipendenti per smaltire le lunghe code. Lorenzo Leo della Cisl aggiunge che “probabilmente avrebbe creato meno disagi a tutti, clienti e lavoratori, se questa migrazione fosse stata fatta tra febbraio e marzo come era stato detto all’inizio, invece che a fine anno, un periodo fitto di pratiche anche per le aziende”.

Ascolta le voci di alcuni correntisti che abbiamo raccolto questa mattina



LS

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