29 Gennaio 2018

Inaugurazione anno giudiziario, Nicolosi: “A Prato estrema pericolosità dell’ordine pubblico. E gli organici della Procura sono scandalosamente insufficienti”


Alla Procura di Prato “nel periodo 1 luglio 2016- 30 giugno 2017 risultano iscritti 1.364 procedimenti penali in materia di prevenzione e sicurezza sui  luoghi di lavoro” e nell’83% dei casi l’indagato è un cittadino cinese. Lo scrive in un passaggio della sua relazione all’anno giudiziario il procuratore capo di  Prato Giuseppe Nicolosi, nel riferire sull’attività di contrasto all’illegalità nelle confezioni cinesi.

“Ancora una volta si deve segnalare – come già fatto innumerevoli volte al procuratore generale, al ministero della Giustizia e al Csm – la situazione allarmante in cui versa la giustizia penale del circondario di Prato” ha aggiunto Nicolosi, ricordando che “Prato è crocevia sempre più importante di flussi migratori, affaristici, economici e criminali” ed “è la terza città del Centro Italia quanto a popolazione, misura e complessità economica dopo Roma e Firenze, e la prima in Italia per presenze di cinesi e numeri di punti ‘money transfer’”.

Per abbattere i carichi di lavoro Nicolosi spiega che per consentire ai sostituti di occuparsi di inchieste delicate, è stato deciso che “tutti i fascicoli relativi a notizie di reato di ‘pronta definizione’ venissero assegnate al procuratore. Ciò ha comportato un notevolissimo abbattimento dei procedimenti pendenti iscritti a carico di persone note, che nel 2015 erano pari a circa 14.000 e che attualmente ammontano a 8.411 fascicoli”.

“Non può sottacersi – scrive Nicolosi in un altro passaggio della sua relazione – che la notevole mole definita dall’Ufficio rischia di determinare marcate situazioni di ristagno al Tribunale in sede, per le fasi predibattimentale, dibattimentale e postdibattimentale, a causa delle gravi carenze di personale delle cancellerie di quell’Ufficio nonché di una inadeguata ponderazione della pianta organica”.

 

Aumentano omicidi, reati ambientali e delitti contro la pubblica amministrazione

Tra i reati in netto aumento nell’ultimo anno ci sono gli omicidi, un dato che il procuratore sottolinea per esemplificare “l’estrema pericolosità in cui versa la situazione dell’ordine pubblico a Prato”: ben 7 quelli commessi fino al 30 giugno 2017 (di cui tre nei confronti di donne), a fronte dell’unico episodio dell’anno precedente. A questi occorre aggiungere i 14 omicidi colposi derivanti da incidenti stradali e 2 da infortunio. Aumentano anche i reati ambientali (191 contro i 149 dell’anno precedente) e i delitti contro la pubblica amministrazione (297 casi a fronte dei 191 del 2016), di cui 1 per peculato, 7 per corruzione, 6 per istigazione alla corruzione e 1 per traffico di influenze illecite.

Ben 413 i procedimenti iscritti per reati commessi in danno di fasce deboli: minorenni o persone in condizione di particolare vulnerabilità. Stabili gli atti persecutori: 52 le denunce per stalking a fronte delle 50 del 2016.
I furti denunciati raggiungono qota 8.210, di cui 1791 in abitazioni (in pratica 5 al giorno) e 1179 su autovettura. Sempre elevato il numero delle estorsioni (68 contro le 57 dell’anno precedente), dei danneggiamenti (2490) e le truffe (563). Stabili i casi di usura (32 contro i 29 del 2016). Per quanto riguarda la droga, sono 412 i procedimenti aperti. “Attualmente il micro traffico è totalmente monopolizzato da cittadini nigeriani, che per lo più concentrano lo spaccio in una zona limitata della città – scrive il procuratore Nicolosi – Malgrado l’impegno profuso dalle forze militari e di polizia, la previsione di nuova ‘ipotesi lieve’ di condotta illecita in tema di sostanze stupefacenti (art. 73 comma 5 dpr 309/90, come modificato dall’art. 2 del d.l. 23 dicembre 2013 n.146, convertito nella legge 21 febbraio 2014, n.10) configurata come fattispecie di reato autonoma rispetto a quella delineata dal comma primo dell’art. 73 dpr cit., ha notevolmente ridotto la capacità repressiva”.
Sono 16 i fascicoli iscritti nell’anno trascorso per sfruttamento della prostituzione. Per quanto riguarda i reati fallimentari sono invece 25 i procedimenti penali per bancarotta semplice e 39 gli indagati per bancarotta fraudolenta. Tra le attività che comportano grande dispendio a livello investigativo ci sono poi i reati legati all’immigrazione clandestina: “L’ingresso in Italia di clandestini cinesi risulta essere spesso oggetto di intermediazione criminosa da parte di gruppi di connazionali collegati a referenti operanti e presenti a Prato, che traggono profitto proprio dalla gestione di un vero e proprio racket che si occupa del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini cinesi”. Immigrazione clandestina che è favorita anche dalla complicità di cittadini italiani, tra cui professionisti, come risulta da “complesse ed impegnative indagini in cui l’ufficio è tuttora impegnato”.
Nel complesso su 8.672 persone indagate dalla Procura di Prato, ben 4.731 sono di nazionalità straniera.

 

“Organici scandalosamente insufficienti”
Nella relazione, consegnata il 14 novembre 2017, il procuratore Nicolosi torna a denunciare l’esiziale carenza di organici di personale amministrativo che affligge da anni gli uffici della Procura (solo 17 i dipendenti in servizio, di cui due part time) e del Tribunale.
“E’ necessario ancora una volta ribadire come persista una grave disparità di condizioni tra l’Ufficio di Procura pratese e gli altri circondari del distretto, atteso che pur presentando il contesto pratese specificità socio-criminologiche profondamente diverse da quelle dei circondari vicinori, questi ultimi godono di una media di dieci-quindici dipendenti in più rispetto alla Procura di Prato”.
“In conclusione, ancora una volta deve essere ripetuto che l’amministrazione della giustizia nel circondario di Prato soffre della pressochè totale assenza di decisioni da parte del Ministero della Giustizia che, nonostante le allarmate richieste, le relazioni, le delegazioni di forze politiche e sociali, gli appelli e le segnalazioni degli organiistituzionali, non ha mai provveduto ad adeguare alle necessità gli organici degli impiegati addetti alla Procura, che sono scandalosamente insufficienti”.

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