23 Gennaio 2018

Rogo Tignamica, patteggiano la proprietaria dell’immobile e i gestori della confezione fantasma VIDEO


Due anni e sei mesi di pena per la proprietaria dell’immobile, Patrizia Carmagnini. Tre anni e due mesi per i due inquilini, Hu Yongsheng e Hu Yinyan, gestori della confezione fantasma allestita nella mansarda della palazzina della Tignamica dove lo scorso agosto persero la vita due cittadini cinesi. Cinque mesi dopo la tragedia, il giudice Lippini del Tribunale di Prato ha emesso la sentenza che ha ammesso i patteggiamenti proposti dagli avvocati difensori e accettati dalla Procura.
Incendio colposo e omicidio colposo plurimo i reati contestati a Patrizia Carmagnini, mentre i due coniugi cinesi hanno pagato anche per omissione dolose di cautele antinfortunistiche e impiego di soggetti senza permesso di soggiorno. A tutti gli imputati, incensurati, oltre allo sconto di un terzo della pena dovuta al patteggiamento, sono state concesse le attenuanti generiche. Hu Yongsheng e Hu Yinyan hanno messo a disposizione 120 mila euro di risarcimento ai familiari delle vittime. “I miei assistiti hanno raccolto, anche con l’aiuto di alcuni connazionali, quanto era nelle loro possibilità per un parziale risarcimento ai familiari delle vittime e hanno fornito un contributo di verità nell’ambito dell’inchiesta” afferma l’avvocato Gabriele Zanobini, che la cui richiesta di revoca dei domiciliari sarà vagliata in un secondo momento. Prosciolto il quarto indagato che era finito nell’inchiesta: l’elettricista che aveva effettuato alcuni lavori nella palazzina.

Sotto le immagini dei locali devastati dall’incendio


Alla lettura della sentenza, accompagnata dal suo avvocato Melissa Stefanacci, era presente Patrizia Carmagnini, la quale – secondo quanto accertato dalle indagini dei sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Francesco Sottosanti – era al corrente e aveva tolleratoper oltre due anni la presenza delle taglia e cuci nella mansarda della palazzina, accettando un affitto supplementare di 400 euro mensili a nero, oltre ai mille euro del canone registrato al catasto. La proprietaria dell’immobile, poche ore dopo la tragedia, mostrò ai carabinieri una lettera, datata 3 agosto 2017, controfirmata dagli inquilini, in cui li intimava a rimuovere le taglia e cuci entro 30 giorni, pena la disdetta del contratto di affitto, in essere dal giugno 2014. Una “messa in mora” che secondo gli inquirenti è stata “simulata” per evitare responsabilità. Nel computer in uso alla donna, negli uffici della ditta Carmagnini Filati, al piano terra della stessa palazzina, i carabinieri hanno trovato un file, denominato “COMUNICAZIONE CINESE”, creato per la prima volta il 22 aprile 2015. Il testo è pressochè lo stesso della diffida consegnata agli inquirenti dopo la tragedia, ed è stato modificato 12 volte, con cadenza pressochè mensile, fino all’ultima versione del 17 settembre 2016, quando il documento fu stato anche stampato.