3 Gennaio 2018

Saldi invernali, Confesercenti: “Sarà una buona partenza, ma riportiamoli a fine stagione”


Si avvicina la data di partenza dei saldi e cresce, nel mondo della piccola impresa dettaglio moda e calzature, la voglia di modificare un meccanismo nato negli anni ’70 e che ha bisogno di acquistare nuovo appeal. “Anche a Prato per le prime vendite di fine stagione del 2018 si preannuncia una buona partenza. Da sempre la formula piace a consumatori e imprese – afferma Mauro Lassi, presidente Confesercenti Prato – ma la nostra proposta è far partire i saldi realmente a fine stagione limitandone la durata. Poi possiamo, anche, aprire una discussione su natura e modalità delle vendite promozionali, su chi deve effettuare i controlli necessari, sul rispetto del principio di trasparenza e fiducia nei rapporti con l’utente finale. Tuttavia, senza l’introduzione di una norma che ne regoli data e durata e che dia strumenti e libertà per far competere le nostre piccole imprese, in un contesto diventato fortemente competitivo, sarà sempre più difficile mantenere vivi i nostri centri storici”.
I saldi rappresentano, ancora oggi, un momento fondamentale per le imprese. Anche per questo sarebbe importante un cambio di passo. Basti pensare che i saldi valgono ormai il 40/45 per cento del fatturato di un’azienda. Ed è proprio con i saldi che le imprese del settore moda cercano un’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno difficile.
“Abbiamo ampiamente discusso, in questi anni, per arrivare ad una data unica su tutto il territorio nazionale e l’abbiamo ottenuta. Ma l’inizio dei saldi invernali, a ridosso del Natale e a pochi giorni dall’inizio della stagione invernale, rappresenta una beffa – commenta ancora il presidente Lassi –. Oggi, la maggior parte delle persone preferisce aspettare l’inizio dei saldi per acquistare capi pesanti e di maggior impatto sul budget familiare, limitandosi ad acquistare accessori e piccoli gadget nel periodo natalizio, ciò a discapito e danno del fatturato delle imprese del settore”.
In un contesto di poca chiarezza poi, ognuno cerca di arrangiarsi come può: sms, finte vendite promozionali, cartelli ammiccanti e decine di altri stratagemmi al limite del principio di leale concorrenza. Tutto ciò con il rischio di perdere il rapporto di fiducia con il cliente, o quantomeno di alterare uno dei principi cardine del lavoro degli imprenditori, quello della trasparenza. “Oggi come mai prima d’ora – conclude Lassi – è necessario un cambiamento. Cambiare si può e si deve: riportare i Saldi a fine stagione, limitarne la durata, rendere tutto chiaro e trasparente è semplice, è nell’interesse di tutti, facciamolo”.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Imprese per l’Italia, sarà di 143 euro il budget di spesa a persona dedicato ai saldi, e ogni famiglia spenderà 331 euro per l’acquisto di abbigliamo, calzature e accessori. La spesa appare leggermente inferiore rispetto a quella del 2017, ma in linea con il momento. Ad incidere sul dicembre fiacco per le spese, anche secondo Confcommercio è la tendenza ad aspettare i saldi per acquistare capi importanti, come spiega il direttore Tiziano Tempestini: “Le previsioni per le vendite di fine stagione – ha commentato Tiziano Tempestini, Direttore di Confcommercio Pistoia e Prato –  ci fanno essere ottimisti soprattutto nel primo periodo. Crediamo che la lieve flessione dei consumi registrata nel mese di Dicembre possa provocare un effetto rimbalzo: in tanti infatti, dopo essersi dedicati ai regali di Natale, attendono l’avvio dei saldi per poter acquistare qualcosa per sé”. Tempestini non si dichiara, però, d’accordo con la proposta di Confesercenti di far slittare l’inizio dei saldi a fine stagione invernale: ” Credo che sia impossibile tenere l’acqua con le mani; tra outlet  e offerte straordinarie il vento della liberalizzazione soffia sul commercio da tanti anni. Deve, piuttosto, esser revisionata la filiera nel settore moda: se la maggior parte delle vendite viene fatta con i saldi, anche l’acquisto da parte dell’imprenditore commerciale deve essere fatta sotto questa luce, con prezzi diversi e una dinamica d’acquisto differente”.

 

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