29 Gennaio 2018

Sfruttamento della prostituzione sulla tangenziale: tre misure cautelari. C’è anche un incensurato che accompagnava le ragazze al lavoro


Cinquecento o seicento euro al mese versati al proprio capo per potersi prostituire a Prato lungo la tangenziale ovest. Vittime dello sfruttamento sono alcune giovani ragazze albanesi, quattro o cinque in tutto, che adescano i clienti nottetempo sul viale 16 aprile e viale Nam Dinh. Lo sfruttamento della prostituzione è stato portato alla luce dalla squadra mobile che ha applicato due delle tre misure cautelari emesse dal gip: in carcere è finito un cinquantenne pratese incensurato; obbligo di firma per una 27enne albanese che si è fatta tramite delle richieste estorsive nei confronti di una connazionale. Tuttora ricercato il presunto capo dello sfruttamento della prostituzione, un 39enne albanese pluripregiudicato, irregolare in Italia, che di fatto gestiva i proventi dell’attività illecita.
Ad aiutarlo era il cinquantenne italiano incensurato, che aveva il compito di accompagnare le ragazze sulla strada, di sorvegliarle durante la serata e di riaccompagnarle a casa, con ogni probabilità dietro compenso economico o prestazioni sessuali gratuite.
A far emergere un nuovo caso di sfruttamento della prostituzione sulle strade pratesi, fenomeno già segnalato in passato da altre inchieste negli scorsi anni, è stata una 34enne albanese, che voleva prostituirsi per strada senza sottostare a nessuno. La donna ha avuto il torto di avvicinarsi al “territorio” delle altre ragazze, in via 16 aprile, ed è stata subito aggredita e minacciata verbalmente, la sera del 5 aprile 2017, dalle prostitute gestite dal boss. Queste ultime hanno chiesto alla nuova arrivata di adeguarsi e pagare la metà dei propri guadagni al loro capo.
La vittima delle minacce, avvicinata da personale della polizia e molto spaventata dall’accaduto, ha spostato la propria attività su Firenze e ha deciso di sporgere denuncia permettendo l’avvio dell’indagine che ha consentito l’emissione delle misure cautelari. Le altre ragazze hanno continuato fino ad oggi a prostituirsi, versando parte dei loro compensi al boss, tuttora ricercato.

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