26 Febbraio 2018

Elicottero precipitato allo Sporting Club, il pm chiede la condanna del pilota per disastro aereo colposo: “E’ stata una zingarata assurda”


“Non so se fu un inchino, ma certamente il pilota era lì perchè voleva farsi vedere dagli amici del circolo del tennis. Questo è l’errore che si deve rimproverare a Bettini, il quale ha fatto una zingarata assurda, ha avuto il comportamento di un ragazzino, un Peter Pan che vola troppo basso”. Con queste parole, il pubblico ministero Lorenzo Gestri ha chiuso la requisitoria chiedendo la condanna ad un anno, per il reato di disastro aereo colposo, di Alessandro Bettini, l’imprenditore che l’8 giugno 2014 si schiantò, mentre era ai comandi del suo elicottero, sul campo da calcio dello Sporting Club di via Firenze. Era domenica mattina e solo per miracolo non ci furono conseguenze per le tante persone che erano presenti negli impianti. Dieci giorni dopo il fatto Bettini, che nell’incidente riportò ferite non gravi, accettò di essere interrogato dal pm e raccontò la sua verità: poco dopo la partenza da Calenzano, diretto a Massa, si era accesa la spia di un’avaria al motore che lo costrinse ad una manovra di emergenza.
Una tesi che è stata sconfessata dal consulente della Procura, il comandante Benassi, il quale al termine della perizia tecnica non ha ravvisato anomalie al motore, e ha ritenuto la successiva condotta di volo dell’imputato “inadeguata in base al tipo di avaria dichiarata, imprudente per la scelta del sito e per esecuzione della manovra, che ha causato un impatto del rotore principale con il terreno”. Secondo la Procura non si è dunque trattato di manovra di emergenza, ma di un maldestro tentativo di farsi notare dagli amici dello Sporting Club, di cui Bettini era socio e dove si era recato la mattina stessa, prima di andare all’hangar di Calenzano. Nessuna segnalazione di avaria o di problemi in atto fu fatta, quella mattina, dal pilota alla torre di controllo, che era stata contattata pochi minuti prima dell’incidente dallo stesso Bettini, il quale comunicò l’imminente decollo e la destinazione del volo: l’aeroporto di Cinquale, a Massa.

“Diversi testimoni, soci del tennis club, persone che conoscono Bettini da anni e ci si rapportano quotidianamente, raccontano di aver visto quella mattina l’elicottero avvicinarsi come se volesse atterrare, o addirittura ‘parcheggiare’” ha ricordato il pm Lorenzo Gestri che nella sua requisitoria ha contestato l’inadeguatezza della rotta prescelta e il volo a bassa quota (500 piedi, ovvero circa 170 metri da terra, anziché i 3000 piedi previsti). Gestri ha poi richiamato un’altra testimonianza sfavorevole all’imputato, quella del notaio De Luca, ex dirigente dello Sporting Club, al quale, durante la sua presidenza, Bettini aveva chiesto più volte il permesso per atterrare al circolo con il proprio elicottero. “Gli avevo detto di no e mi sembrava persuaso. Poi mi chiese un’altra volta se poteva fare un singolo atterraggio” – queste le parole di De Luca, riportate stamani in aula dal pm Gestri.

L’avvocato Andrea Corte, che assieme all’avvocato Luca Brachi difende Alessandro Bettini, ha sottolineato come il pilota, fin dai primi momenti, ferito al volto e sotto choc, abbia riferito ai soccorritori della spia accesa e dell’atterraggio di emergenza. Gli avvocati hanno presentato al giudice alcune mappe con le rotte ideali Calenzano – Massa e le indicazioni delle zone interdette al volo, per mostrare l’adeguatezza dell’operato del pilota. “Il campo di calcio dove è avvenuto l’impatto al suolo è ad appena 4 km dal punto in cui l’elicottero è decollato: non stiamo parlando di un ascensore ed è logico che dopo pochi minuti il velivolo sia a 500 piedi e non a 3 mila piedi” ha affermato l’avvocato Andrea Corte, che ha presentato il lavoro dei consulenti di parte: “L’incidente poteva dipendere dal motore o dal sistema di trasmissione e non lo dico io, ma il manuale di volo. E il colonnello Alfredo Caruso, ispettore per conto dell’agenzia nazionale sicurezza del volo, ci dice che è necessaria una verifica dell’intero sistema di trasmissione, mentre qui è stato analizzato solo il motore”. L’avvocato ha poi tratteggiato anche le diverse caratteristiche delle manovre di emergenza, a diverse quote di volo, previste in aeronautica, per difendere l’operato di Bettini. L’udienza è stata poi rinviata al 6 aprile per la conclusione delle difese e per le eventuali repliche.

D.Z.

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