«È delle ultime settimane la notizia che la commissione europea ha volutamente escluso le aziende di nobilitazione del nostro distretto dagli aiuti per le realtà a grande consumo di gas e di energia elettrica – afferma Giorgio Silli – . Questo in virtù di una precisa volontà di salvaguardare solo le aziende che hanno rapporti diretti con il mercato. Il nostro distretto è fortemente caratterizzato da aziende a carattere cosiddetto energivoro, con un consumo energetico di elettricità e gas che incide pesantemente sul prezzo della lavorazione finale. L’Italia importa gas metano e non produce energia elettrica a sufficienza per il mercato interno; questo costringe le nostre imprese a competere in maniera sempre più affannosa rispetto a molte altre imprese europee. Se vogliamo tornare ad essere competitivi e creare ricchezza e lavoro per tutti, l’energia è uno dei punti cardine sui quali lavorare seriamente».
«Se vogliamo che il nostro distretto torni a dare la dignità che merita al “lavoro”nella sua accezione più ampia – continua Silli – dobbiamo tornare ad essere competitivi non solo attraverso operazioni estemporanee da parte dei governi del paese che si sono susseguiti. La realtà e la peculiarità del nostro distretto, declinata all’interno di una profonda trasformazione globale che non può arrestarsi, deve essere incardinata in un sistema europeo che armonizzi realmente i costi dell’energia e che non penalizzi ulteriormente aziende già falcidiate da una crisi strutturale che ci sta attanagliando da anni».
Questo è il primo punto del Patto per il distretto che Silli ha intenzione di sviluppare con le categorie e con le rappresentanze dei lavoratori: «Perché solo insieme, tutti insieme, si vince. Solo insieme possiamo trovare delle soluzioni che siano realmente utili alla causa e non solo spot elettorali», conclude Silli.
Silli ma vaia vaia