7 Marzo 2018

Inchiesta sui lavori allo stadio, ecco cosa Toccafondi avrebbe promesso a Vannucci per accelerare le opere


E’ fissato per venerdi l’interrogatorio di Luca Vannucci, invitato a comparire dalla Procura, dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione nell’esercizio delle funzioni, assieme a Paolo Toccafondi, presidente del Prato. L’inchiesta è scaturita dall’indagine sulla compravendita di baby calciatori africani da parte di Prato e Sestese. Nelle telefonate intercettate tra Paolo Toccafondi e il consigliere delegato allo sport, risalenti alla scorsa estate, gli investigatori della squadra mobile hanno ravvisato un nuovo filone di indagine, legato ai lavori allo stadio Lungobisenzio.
Opere che sarebbero partite, il 16 giugno scorso, senza le necessarie autorizzazioni e per le quali, dopo le contestazioni della Asl, gli uffici tecnici del Comune di Prato si sarebbero prodigati retrodatando un documento. Per questo, con le ipotesi di reato di falso ideologico in atto publico, sono indagati l’architetto Luca Piantini (dimessosi da dirigente dei lavori pubblici dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia) e il dipendente comunale Francesco Sanzo.
L’inchiesta, condotta dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, che hanno sentito come persone informate sui fatti anche il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, si è allargata al livello politico, coinvolgendo Luca Vannucci, che ha subito rimesso la delega allo sport.
Secondo le accuse, in una telefonata dello scorso 14 giugno, il patron del Prato avrebbe prospettato a Vannucci di aiutarlo, grazie alle proprie conoscenze in ambito sportivo, a diventare coordinatore regionale del settore giovanile e scolastico della Lega Nazionale Dilettanti.
Un ruolo di rappresentanza, che secondo quanto riferito dall’avvocato Alberto Rocca, che assiste Luca Vannucci assieme all’avvocato Michele Nigro, non prevede alcun compenso.
In cambio dell’offerta prospettata da Toccafondi, Vannucci si sarebbe attivato, non attraverso atti o delibere (da consigliere delegato, non ne ha la facoltà) ma esercitando la propria influenza per far procedere il cantiere.
Un progetto da 490 mila euro, il restyling del Lungobisenzio, che il Prato aveva deciso di cofinanziare con 240 mila euro per il campo in erba sintetica, e che avrebbe permesso al club biancazzurro di fruire di un centro sportivo polifunzionale.
La “cittadella biancazzurra”, oltre allo stadio fruibile per l’inizio del campionato, avrebbe potuto facilitare anche la trattativa che Toccafondi, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, aveva avviato con un imprenditore cinese per la cessione del Prato. La trattativa poi sfumò e dopo il deflagrare dell’inchiesta sui baby calciatori, il club si è tirato indietro dall’accordo con il Comune per la realizzazione del campo sintetico. I lavori per le nuove tribune e il rifacimento del manto erboso sono tuttora in corso e il Prato, da settembre ad oggi, sta disputando le gare casalinghe a Pontedera.

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