Il servizio 118 potrebbe essere privatizzato. A ipotizzare questo scenario è la Cisl Funzione Pubblica, che in un comunicato lancia l’allarme e si dice contraria a questa ipotesi.
“Pare che dalla mensilità di Gennaio, al personale del sistema di Emergenza Territoriale 118 – afferma Massimo Cataldo della Cisl – non venga riconosciuto in busta paga il servizio svolto, extra lavoro, in regime di attività aggiuntiva. Inutile ricordare che si ricorre a questo istituto solo in casi eccezionali, principalmente derivanti dalla carenza di organico. Se tale informazione fosse fondata la cosa sarebbe di una gravità unica, visto che il personale è costretto a rientrare in servizio per la copertura dei turni nonostante non abbia alcun debito orario con l’azienda”.
Per il sindacato questo comportamento sarebbe volto a “dimostrare che mancano sia le risorse economiche che quelle umane, al fine di dare spazio ad una privatizzazione del sistema di Emergenza Territoriale”.
La Cisl ribadisce con forza che l’emergenza debba essere organizzata e fatta da infermieri e medici del sistema sanitario pubblico, adeguatamente formati in modo da dare una risposta efficiente e adeguata in qualunque situazione. Nella nota il sindacato ribadisce l’importante collaborazione che la Asl ha col mondo del volontariato, “legato a doppia corda al personale dell’emergenza nell’ottica della collaborazione”.
L’esperienza delle esternalizzazioni non convince la Cisl, che si chiede cosa ne pensano i cittadini di essere soccorsi da personale selezionato, “o, peggio ancora, sottopagato da cooperative o altro”.
La Cisl ha chiesto un incontro con la direzione della Asl per sapere quanto ci sia di vero in questa ipotesi. Nel frattempo si sta muovendo sui territori gestiti dalla Asl Toscana Centro per sentire il parere di infermieri, oss e operatori tecnici.