Il Comune di Prato firmerà un protocollo con la Procura per combattere il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori nelle aziende cinesi. E’ il frutto di quasi due anni di studi delle dinamiche all’interno delle imprese a conduzione orientale, portati avanti dall’amministrazione con il sostegno della cooperativa sociale Cat. Dopo la denuncia della Cgil dell’anno scorso, che mise in luce come soprattutto nelle tintorie e nelle stamperie le retribuzioni fossero divise su base etnica e in relazione alla ricattabilità del lavoratore, il nuovo report ha evidenziato e confermato che un numero rilevante di richiedenti asilo presenti sul nostro territorio viene regolarmente sfruttato nelle aziende gestite da cittadini cinesi. “Quello che è emerso dalle ricerche che abbiamo condotto – riferisce il vicesindaco Simone Faggi – è che ad essere in una condizione di sfruttamento lavorativo nelle aziende a conduzione cinese adesso c’è un numero maggiore di profughi che hanno ottenuto lo status di rifugiati rispetto a cittadini di nazionalità cinese. Non avendo più la disponibilità di un tempo di quest’ultimo tipo di lavoratori, i titolari si sono rivolti ad un altro bacino di manodopera, che in questa fase risulta essere quella maggiormente ricattabile dal punto di vista delle condizioni lavorative e del trattamento salariale”. Il protocollo che sarà firmato venerdì è anche l’esito di almeno una quarantina di denunce che nell’ultimo anno sono arrivate al Comune da rifugiati che sono voluti uscire dal sistema di sfruttamento e si sono rivolti all’amministrazione per ottenere protezione in seguito alla denuncia. Da lunedì sarà attivo un apposito sportello presso l’assessorato alle Politiche sociali di via Roma, per raccogliere le segnalazioni e avviare percorsi di supporto al lavoratore.
Ascolta l’intervista al vicesindaco Simone Faggi
(Foto di repertorio)
Lucrezia Sandri
