24 Luglio 2018

Cumuli di terra contenenti amianto abbandonati per un anno nei giardini pubblici dietro le case a San Giusto FOTO


Hanno convissuto per oltre un anno con una collinetta di terra abbandonata da ignoti nei giardini pubblici a due passi da casa, all’angolo tra via Di Vittorio e piazza Gelli. Poi da ieri mattina, i residenti della zona hanno visto che nell’area, da tempo transennata, si sono messi al lavoro gli operai con tute e mascherine protettive di una ditta specializzata nella rimozione di amianto. Ad aumentare la rabbia e la preoccupazione dei residenti, un cartello appoggiato alla recinzione: “Attenzione zona ad alto rischio. Possibile presenza di amianto in concentrazione superiore ai valori limite di esposizione”.

“Ieri mi sono recata all’Asl di via Lavarone, ho telefonato all’ufficio ambiente del Comune e all’Arpat, ma nessuno sa niente” – dice Chiara Monaci, che ha interpellato la redazione di Tv Prato per avere delle risposte.

Tra i residenti della zona, a San Giusto, c’è chi lamenta l’incuria dell’area, compreso il terreno vicino al cantiere della casa famiglia Aias, dove le erbacce sono altissime e da cui provengono topi e sporcizia. Altri residenti preoccupati, chiamano in causa il vicino cantiere Epp, dove sono in costruzione 29 alloggi. Ed è proprio dall’Edilizia Pubblica Pratese, che ha commissionato la bonifica dei terreni dall’amianto, che arrivano le spiegazioni.
“Purtroppo a maggio 2017 ci siamo trovati un mucchio di terra da scavo abbandonata nel terreno di pertinenza del cantiere – afferma il presidente Federico Mazzoni -. Non siamo riusciti a risalire con certezza al responsabile dell’abbandono e ci siamo fatti carico dello smaltimento. La procedura è stata lunga perchè la ditta precedentemente al lavoro nel cantiere era fallita e abbiamo dovuto riappaltare i lavori ad una nuova azienda. Nel materiale, che è stato analizzato, sono presenti modestissime quantità di amianto: si tratta di fibre di asbesto incluse nel serpentino verde di Prato, la roccia tipica delle cave di Figline, che è stata utilizzata per molteplici sottofondi stradali pratesi”. Mazzoni tiene a tranquillizzare la popolazione: “Non c’è stata dispersione di fibre perchè il materiale era spezzato di cava di vecchia origine e quindi compatto, non polverizzato. Da questo punto di vista il rischio è nullo o quasi nullo, ma abbiamo attivato tutte le procedure previste dalla legge, con la redazione di un piano di smaltimento e l’intervento di una ditta specializzata”.


Una volta terminato il cantiere per gli alloggi popolari, la cui conclusione è prevista entro l’anno, l’area in questione tornerà a verde pubblico.