31 Luglio 2018

Parte la raccolta di firme contro la Fondazione intitolata all’omicida di Elisa Amato


In poche ore ha raccolto on line oltre 800 firme la petizione “No al nome di Federico Zini su una Fondazione anti-violenza”. La Fondazione era stata creata nei giorni scorsi da Maurizio Zini, il padre del 25enne che il 26 maggio scorso ha ucciso la ex-fidanzata Elisa Amato, per poi uccidersi con la stessa pistola. Due mesi dopo la tragedia, Maurizio Zini ha creato una fondazione intitolata al figlio Federico con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere, oltre che prestare ausilio a minori affetti da patologie invalidanti o in contesti sociali di devianza. Un’iniziativa che nelle intenzioni della famiglia di Zini, voleva proseguire alcune attività benefiche portate avanti da Federico in vita, ma che non è stata in nessun modo condivisa con la famiglia della vittima ed ha inevitabilmente acceso le polemiche e ferito coloro che volevano bene ad Elisa.
Una sua cara amica, Viola Erbucci, si è fatta portavoce di questa disapprovazione e ha deciso di promuovere una sottoscrizione pubblica sulla piattaforma buonacausa.org. “Siamo profondamente addolorati e stupefatti per questa iniziativa che riteniamo oltraggiosa e irrispettosa nei confronti non soltanto della famiglia di Elisa, ma di tutte le donne vittime di violenza” afferma Viola, che nella richiesta di sottoscrizione scrive: “Questo è un primo passo per contrastare una situazione alquanto sgradevole e soprattutto poco educativa nei confronti di ognuno di noi, come persone, come cittadini, come madri, padri, figli, nonni.. Una fondazione del genere non può portare il nome di uno dei carnefici che ha stroncato la vita ad una ragazza che l’aveva ancora tutta davanti. Portandosela via senza alcun motivo, e distruggendo una famiglia dal dolore, assieme a tutte le persone che l’amavano”.
La raccolta di firme sarà portata avanti, non soltanto on line, in diverse città della Toscana. A Prato, dove Elisa viveva, si potrà firmare al bar Guava di via Mazzini, 73 e a L’Arcimbolda bio food di via Ferrucci 339/6. A Montemurlo al bar Novello, di via Fratelli Rosselli 7; a Vaiano all’ufficio protocollo (presso le addette dell’associazione La Nara) piazza del comune, la mattina dalle 9 alle 12. Ad Agliana all’Estetica Vanity di via Carlo Goldoni. Altri punti di raccolta firme anche a Sesto Fiorentino, Montopoli e Pistoia.

Subscribe
Notificami
guest
2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Alessia Cambi
Alessia Cambi
5 anni fa

Certo che la gente è proprio limitata …e stupida. Magari è anche gente che va pure in chiesa…e fa tante belle parole..ma pretende dagli altri… Se dal male nasce del bene..è una cosa buona!!!! E non va fermata!!! Anzi va aiutata… Chi da vita a una fondazione ha il diritto di chiamarla come gli pare…ma soprattutto se porta il nome di una persona che ha sbagliato e per ricordare questo errore e fare in modo che altri non lo commettano più ancora meglio!!! Soprattutto se a dare vita a tutto ciò è il padre …la vendetta, le ripicche e soprattutto la superbia sono dei grandi mali che uccidono ancora una volta questa povera ragazza… che ha solo bisogno di pace, amore e che quello che è successo a lei non capiti più a nessuno..come si fa a firmare contro una bella iniziativa come questa? Avrà diritto un padre di cercare di far fare al figlio qualcosa di buono anche se non più in vita? La gente è proprio cieca e stupida. E poi una volta impedita la cosa che ci si guadagna? Che soddisfazione c’è? Si è solo impedito al bene di vincere. Vergogna.

Simone Ninci Scali
Simone Ninci Scali
5 anni fa

È ripugnante che la famiglia Zini & amici non perdano occasione di fare gli spacconi (vedi il funerale con tanto di vescovo, addobbi calcistici e applausi) e in questa tragedia ne approfittino solo per esaltare ancora una volta la loro promessa del calcio non mantenuta. Se nutrissero un sentimento genuino di solidarietà verso Elisa e le altre vittime di femminicidio, dedicherebbero i loro sforzi a salvare dall` oblio loro e le loro storie, e non a voler riabilitare a tutti i costi la memoria del caro assassino. Sarebbe il caso, almeno adesso, che accantonassero i sogni di gloria e si mettessero la coda tra le gambe.