20 Novembre 2018

Con quota 100, a Prato subito in pensione 200 medici, infermieri e Oss. La Cgil: “Occorre una nuova stagione di assunzioni”


Duecentosedici dipendenti della Asl Toscana Centro in servizio a Prato, in gran parte medici, infermieri e operatori sociosanitari, potrebbero maturare già quest’anno i requisiti per andare in pensione con la quota 100, misura allo studio del governo Conte in deroga alla legge Fornero. Altre 65 figure della sanità pubblica pratese, potrebbero chiedere di andare in pensione con quota 100 nel corso del 2019. Lo rende noto la Cgil di Prato che ha chiesto e ottenuto dalla Asl la lista dei dipendenti nati fino al 1956, ovvero coloro che nel 2018 hanno compiuto almeno 62 anni, il primo criterio (quello anagrafico) necessario per arrivare a quota 100. L’altro requisito è relativo ai 38 anni minimi di servizio: un requisito che non tutti i 216 dipendenti ultrasessantaduenni potranno aver maturato. Ma buona parte di loro, secondo il sindacato, potrebbero andare in pensione: “I luoghi della cura rischiano così di svuotarsi all’improvviso” denuncia il segretario della Funzione pubblica Cgil Prato Sandro Malucchi, che aggiunge: “Per quanto decisamente favorevoli all’abbassamento dell’età pensionabile, occorre aprire una stagione di assunzioni in sanità. Secondo una nostra analisi la riforma determinerà in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di moltissimi professionisti della zona pratese, diritto che verrà largamente esercitato visto il crescente disagio lavorativo legato alla massiccia riduzione delle dotazioni organiche”.
Tra i 216 che potrebbero chiedere di andare in pensione già dai prossimi mesi, all’approvazione di quota 100, ci sono 75 medici, 38 infermieri e altrettanti operatori sociosanitari. A questi si potrebbero aggiungere nel 2019 altri 65 professionisti, fra cui 10 medici, 15 infermieri e 8 operatori sociosanitari. Si riveleranno dunque insufficienti le 135 assunzioni nel piano triennale previste dalla Asl su tutto il territorio fra Prato, Firenze, Pistoia ed Empoli. Nella nostra città c’è inoltre da considerare che il fabbisogno di personale crescerà quando sarà realizzata la nuova palazzina dell’ospedale Santo Stefano.

“Oggi vanno in pensione i nati nel 1952-1953. La curva demografica mostra che con quota 100 l’uscita interesserà in pochissimo tempo i nati tra il 1954 e il 1957. E’ necessario aprire una grande stagione di assunzioni in sanità eliminando l’anacronistico blocco della spesa per il personale introdotto dal Governo Berlusconi/Tremonti nel 2010. Ma, soprattutto, bisogna dare una risposta al disagio oramai insopportabile che pervade tutte le strutture sanitarie pubbliche e che induce alla fuga verso il pensionamento” – afferma Malucchi.

“La maggiore aspettativa di vita ha portato negli ultimi anni non soltanto all’allungamento del periodo lavorativo, ma anche ad un aumento dei casi di cronicità e non autosufficienza – afferma Maria Grazia Tempesti della segreteria dello Spi Cgil -. Per questo c’è la necessità di rivedere il sistema sanitario, investendo nel personale e mirando non solo all’alta intensità di cura, ma anche a dare risposte al crescere dell’anzianità e delle patologie croniche, che richiedono cure continuative e analisi in tempi e costi accessibili”.

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