16 Novembre 2018

Ti piacerebbe lavorare in una startup? Ecco cosa devi sapere


Uno studio sul mondo delle startup può aiutare tanti giovani a fare le giuste mosse per poterci lavorare e soprattutto non cadere negli errori più comuni….

Nel corso degli ultimi anni, anche la città di Prato si è molto interessata al fenomeno delle startup. In un mondo in continua evoluzione e cambiamento a ritmi davvero forsennati, anche la nostra città deve per forza di cosa fare i conti con dinamiche economiche mutevoli nel giro di breve tempo ed è per questo che associazioni di categoria, la stessa politica e tantissimi giovani sono attenti o interessati a questo modo di fare impresa.

Partiamo subito dalla definizione di startup, termine ovviamente di derivazione anglosassone. Sostanzialmente per startup si intende una nuova impresa alle prime fasi della sua storia, con tutto ciò che ne comporta a livello organizzativo e strutturale. Inizialmente venivano erroneamente indicate con il termine startup soltanto le nuove aziende che si muovevano in ambito informatico e tecnologico ma oggi non è più così se pur il world wide web e il digitale più in generale siano le frontiere ancora più esplorabili per creare nuovi business.

Ma se un giovane del nostro territorio vorrebbe lavorare in una startup cosa dovrebbe fare? Ad aiutarci a rispondere a questa domanda viene in nostro aiuto lo studio effettuato da Holidu, il motore di ricerca per case vacanza. Ex startup tedesca, visto che oramai è una importante realtà consolidata a livello internazionale, questa società riceve oltre 700 curriculum al mese ed effettua più di 100 colloqui nello stesso periodo di tempo e per questo ha voluto diffondere per tutti i giovani alla ricerca di lavoro un vademecum sugli errori assolutamente da non compiere se ci si avvicina al mondo delle startup.
In primis anche se un’impresa non è ancora molto conosciuta, non si può arrivare ad un colloquio senza sapere in modo esatto di cosa si occupi. Fare una domanda tipo “Scusate, di cosa avete detto che vi occupate qui?” metterebbe di cattivo umore e disagio anche il più paziente e bendisposto selezionatore del personale. Arrivare preparati all’appuntamento e conoscere più dettagli possibile dell’azienda dove terrete il colloquio e magari anche sul suo fondatore, può tornare davvero utile al momento di venire esaminati.

Avvicinarsi ad una realtà nuova come quella che rappresenta una startup richiede poi un attenzione particolare in merito alle caratteristiche caratteriali di un potenziale nuovo assunto. Eccedere in arroganza (“non ho mai preso una decisione sbagliata”) o in istintività (“prendo le decisioni d’istinto) non sono assolutamente buoni biglietti da visita in questo ambito. Quando si comincia un nuovo business bisogna mettere sempre in conto di poter sbagliare. Al contempo però le decisioni devono essere suffragate da uno studio analitico di dati, di andamenti del mercato e di decisioni basate su motivi logici e razionali, non soltanto sulle semplici sensazioni personali.

Holidu mettere in guarda poi dal sembrare poco disposti a migliorare il proprio inglese. La lingua di William Shakespeare nel mondo di oggi è l’idioma dominante per eccellenza, la chiave di volta spesso indispensabile per poter lavorare quando si è in rapporti con clienti/fornitori di tante altre nazioni. Non per forza bisogna avere titoli di studio o accademici, ma è fondamentale avere una capacità pratica di utilizzare l’inglese. Se poi il vostro livello non è particolarmente elevato c’è sempre il tempo di migliorare ma dire con franchezza “sono una frana in inglese” potrebbe gelare i vostri selezionatori.
L’organizzazione del lavoro nelle startup molto spesso assume connotazioni modo differenti rispetto al modo classico con cui si pensa solitamente alla vita in azienda. Ecco dunque che nessuno si deve sentire escluso dalle responsabilità di un progetto. Tutti devono sentirsi completamente coinvolti da qualsiasi aspetto del business ed anche se non si è direttamente coinvolti in un particolare ambito, non è detto che non si possa dare qualche consiglio o suggerimento non richiesto.

Le startup richiedono inoltre un livello di partecipazione sociale molto più elevato rispetto a come si è pensato il mondo del lavoro fino ad oggi. Un forte spirito di squadra è uno degli aspetti sui cui puntano maggiormente le startup e dunque anche momenti ludici dentro o fuori la sede dell’azienda possono aiutare notevolmente ad accrescere il team bulding. Se dunque arrivando nel vostro potenziale nuovo luogo di lavoro vedete un biliardino prima di dire “io odio il calcio ballila”, pensateci 5 secondi, anzi, fate anche 10! E dunque non ci rimane a questo punto che fare in bocca a al lupo a tutti quelli che cercano lavoro!

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