Le calamità non sono prevedibili ma si può adottare un piano di rischio mettendo così in atto quelle misure in grado di ridurre i fattori di pericolosità e individuare soluzioni che consentano a un’azienda di non trovarsi nelle condizioni di dover cessare l’attività. Tutto questo attraverso figure professionali come il risk manager e il disaster risk manager, che sul modello dei paesi del nord Europa dove queste procedure sono molto più diffuse hanno il compito di dettare le misure di sicurezza e poi, di fronte a una criticità, intervenire per garantire la continuità operativa, oppure nel caso di un’abitazione fai rientrare prima possibile i residenti. Di questo si è parlato in un convegno ospitato dalla Camera di commercio di Prato organizzato da Confassociazioni e Universitas Mercatorum con il contributo di Quadra, Assiteca e Unitech Industries, a cui hanno partecipato oltre duecento professionisti. “È fondamentale conoscere gli scenari di rischio – ha detto Sauro Aiazzi di Quadra – di fronte a calamità come incendi, inondazioni e frane, per ridurre al minimo l’effetto e poi individuare le azioni da intraprendere per il rapido ritorno alla normalità. Tanto più importante in città come Prato ad alta concentrazione di aziende”. “Si tratta di adottare misure certe – ha spiegato Franco Pagani di Universitas Mercatorum – di fronte a situazioni di grande incertezza, che non si possono scongiurare ma se ne può contenere l’effetto. Servono precisi profili di rischio e figure professionali capaci di coordinare gli interventi”. |