Piano operativo, Giugni e Pieri: “La visione della città di Biffoni non ci convince affatto”

“Abbiamo bocciato il piano operativo perché porta avanti una visione strategica che non ci convince. Non ci ritroviamo in certe scelte politiche, a cominciare dalla mancanza di sufficienti paletti che sarebbero certamente serviti per contrastare la dilagante economia irregolare, ancora molto presente in città”.  All’indomani dell’approvazione del nuovo piano operativo a suscitare più di una perplessità in Alessandro Giugni e Rita Pieri, rispettivamente capogruppo di Energie per l’Italia e di Forza Italia in consiglio comunale, è in particolare la visione futura di Prato declinata secondo gli occhi della giunta Biffoni. I due consiglieri di opposizione, però, riconoscono anche alcuni meriti tecnici di un piano importante per lo sviluppo del territorio, fra l’altro iniziato proprio grazie al piano strutturale approvato dalla giunta Cenni. “Dietro al piano operativo è innegabile ci sia stato un gran lavoro dei tecnici. Infatti abbiamo partecipato con responsabilità al complesso, ma rapidissimo iter che ha portato all’approvazione – commentano ancora Pieri e Giugni -. A 18 anni dal piano Secchi Prato aveva bisogno di uno strumento urbanistico nuovo e più flessibile. Non abbiamo mai rallentato i lavori, esprimendoci con cognizione di causa su ognuna delle osservazioni analizzate”.

Rimane, però, la bocciatura su molte delle decisioni politiche che sono contenute nel nuovo strumento urbanistico: “Si doveva favorire la sanità e non il proliferare di parchi. Penso in particolare all’area dell’ex Misericordia e Dolce, che avrebbe potuto tranquillamente essere destinata, almeno in parte, ad alleggerire le criticità del nuovo ospedale – concludono i due capigruppo -. Altro esempio riguarda il piano di riqualificazione del Macrolotto Zero, con medialibrary, mercato coperto e  playground. Investimenti spot che non serviranno a riqualificare e aggiungere effettivamente valore a quella zona per la città. Come sempre ha prevalso la linea dei grandi proclami, che però non producono effetti concreti per la città”.