26 Aprile 2019

Omicidio Ravidà, la Cassazione esclude fuga e omissione di soccorso: la pena sarà ridotta


La Corte di Cassazione ha escluso la fuga e l’omissione di soccorso dell’automobilista che il 3 gennaio 2015 investì e uccise il diciannovenne Giancarlo Ravidà. Per l’uomo, un cittadino marocchino oggi 33enne, è stato confermato il reato di omicidio colposo; i giudici della Suprema Corte hanno rinviato il processo ad altra sezione della Corte di Appello di Firenze per la rideterminazione della pena, che dunque sarà più bassa rispetto ai 2 anni e 2 mesi inflitti, anche per effetto del rito abbreviato, in primo e secondo grado. Confermata la provvisionale in favore della famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Luca Brachi.
L’incidente avvenne in via Valentini, in prossimità delle strisce pedonali vicino alla pizzeria Il Ragno. L’investitore si costituì più di 40 ore dopo, spiegando agli inquirenti di “aver avuto paura delle conseguenze dell’impatto” e sostenendo di essere “rimasto sul luogo dell’incidente senza aver avuto il coraggio di ammettere la propria responsabilità”. Una linea perorata dall’avvocato difensore Leonardo Pugi, che ha trovato conferme in alcuni filmati e nella testimonianza di una delle prime persone giunte in soccorso di Ravidà, la quale chiamò il 118 ricevendo indicazioni di non toccare il ferito prima dell’arrivo dell’ambulanza, che in pochi minuti giunse sul luogo dell’incidente. All’arrivo dei soccorritori il ragazzo presentava profonde ferite alla testa e fu trasferito nel reparto di neurochirurgia di Careggi, dove purtroppo morì.
Preziose indicazioni sulla dinamica dell’incidente arrivarono dalle telecamere di videosorveglianza della zona che filmarono l’investimento. Soltanto dopo la diffusione delle immagini da parte della polizia municipale, utile a trovare altri testimoni, l’automobilista decise di costituirsi.

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Alessandra
Alessandra
4 anni fa

Io rimango sempre più senza parole, in Italia non esiste giustizia