13 Maggio 2019

A Montemurlo l’arte arriva nella zona industriale: inaugurato il giardino “Fabbriche d’arte” FOTO


A Montemurlo l’arte arriva in spazi insoliti, li dove uno meno se l’aspetta, nella zona industriale e produttiva di Oste. È stato inaugurato, infatti, il giardino “Fabbriche d’arte”, che va a riqualificare e dare un’anima artistica e creativa ad un’area verde di proprietà comunale, quella compresa tra via Milano e via Napoli a Oste, che fino a poco tempo fa era assolutamente anonima. Una scelta che, come ha riferito il sindaco Mauro Lorenzini, ricalca a pieno la filosofia dell’amministrazione che in questi ultimi dieci anni ha lavorato per riportare la produzione industriale e la fabbrica al centro dell’attività politica.

Le opere in mezzo alle fabbriche rappresentano a pieno la bellezza e l’importanza del lavoro e ne nobilitano la funzione di fucina di idee, progresso e creatività. Un’idea, quella di “dare casa” alle opere d’arte in mezzo alle fabbriche, nata alcuni anni fa dall’intuito di Paolo Brachi, Franco Bertini e Michele Vuolato, un progetto sposato a pieno dal Comune di Montemurlo con gli artisti che gratuitamente hanno messo a disposizione le loro creazioni. L’amministrazione da parte sua ha lavorato per trasformare lo spazio e renderlo maggiormente accogliente: è stato creato un viale che collega le due estremità del giardino, sono state create le piattaforme per ospitare le varie opere, sono state eliminate le barriere architettoniche ed è stato creato un impianto di illuminazione pubblica per rendere il giardino fruibile anche in orario serale. Un giardino, che come ha ribadito il vice- sindaco Simone Calamai, riunisce le due anime di Montemurlo, quella produttiva e quella artistica culturale, dando valore ed identità a tutta la zona industriale. Per ora le opere in mostra sono quattordici. Presto ne saranno installate di nuove, come l’opera progettata e realizzata dagli studenti del liceo artistico “Brunelleschi” che troverà concretizzazione entro la fine dell’estate. Gli artisti coinvolti nel progetto, grazie alla mediazione di Franco Bertini, sono tutti legati a Montemurlo o per nascita o per motivi di lavoro e collaborazione e sono Loriano Aiazzi, Francesco Alarico, Paolo Amerini, Leonardo Bossio, Antonio Bruno, Raffaele Campanale, Myriam Cappelletti, Ivano Cappelli, Cinzio Cavallarin, Cristina Corradi Mello, Tamara Donati, Mauro Gazzara, Fernanda Morganti, Rudy Pulcinelli, Adriano Veldorale. Uno spazio, quello del giardino “Fabbriche d’arte” non chiuso, terminato, ma aperto e in costante evoluzione. Infatti l’area, a fianco alla “collezione permanente”, si potrà arricchire di altre opere, ma sarà anche a disposizione come laboratorio artistico per ospitare performance ed eventi vari; si possono far pervenire al Comune le proposte di attività. L’amministrazione a questo proposito, durante i lavori di sistemazione dello spazio, ha già attrezzato l’area con un pozzetto per l’energia elettrica in modo da agevolare l’organizzazione delle manifestazioni.

«Oggi, a differenza di un tempo, non siamo abituati a pensare ai luoghi di produzione come a spazi di bellezza- ha sottolineato la critica d’arte, Ilaria Magni – Qui gli artisti si sono inventati un percorso per riaffermare cos’è importante per l’essere umano». E allora tra le fabbriche troviamo l’opera di Mauro Gazzara che ci parla dell’importanza della memoria, le sfere di Adriano Veldorale che raccontano della lotta tra bene e male, le orme dell’uomo di Leonardo Bossio che rimandano al tema della migrazione, l’opera “Genesis” di Francesco Alarico afferma l’importanza di scienza e progresso. E poi ancora ci sono la “culla spinosa” di Myriam Cappelletti, la donna unione di forma e colore di Cristina Corradi Mello, , il concerto di Antonio Bruno, , l’albero di Fernanda Morganti, l’armatura con il Pegaso di Loriano Aiazzi, l’irriverenza artistica di Ivano Cappelli e il suo atto notarile di acquisizione di uno spazio del giardino e il totem di legno esposto alle intemperie di Cinzio Cavallarin. Alla progettazione dello spazio ha collaborato anche l’architetto Maurizio Malvizio.

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