28 Maggio 2019

Le suore di Iolo festeggiano il fondatore. Cento anni fa moriva don Didaco Bessi. È in corso la causa di beatificazione


Un’icona di santità cristiana. Così è stato definito don Didaco Bessi dal vescovo Franco Agostinelli durante la messa solenne tenutasi a Iolo sabato 25 maggio nel centenario della morte del Servo di Dio che è stato pievano di San Pietro e fondatore, nel 1895, della congregazione del suore domenicane di Santa Maria del Rosario.

Alla festa per don Didaco ha partecipato una gran folla di fedeli: la pieve di San Pietro si è riempita in ogni ordine di posti per la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e alla quale hanno presenziato, accanto al pievano don Giancarlo Innocenti, alle monache e ai parenti di don Didaco, anche il parroco di Sant’Andrea a Iolo, don Michele Dattoli, e un gruppo di altri sacerdoti diocesani tra cui il rettore del seminario don Daniele Scaccini. Al termine la festa in compagnia delle suore domenicane che hanno aperto la vicina casa madre dove è stata allestita la mostra del Centenario e sono state inaugurate la «Cappella delle origini», rinnovata dall’artista Gabriella Furlani, e il giardino «Giuseppe Martelli» dove è stato offerto un buffet a tutti gli intervenuti.

«A cent’anni dalla salita al cielo del nostro fondatore – ha aggiunto madre Paola Collotto, superiora delle domenicane, nel saluto finale – possiamo dire con certezza che il suo progetto era un progetto di Dio. E noi suore abbiamo scoperto, senza averne coscienza, di aver realizzato i suoi desideri più grandi. La prima a farlo è stata la nostra cara madre Rosa Caterina della quale quest’anno ricorre il decimo anniversario della morte. È stata lei ad aprire una scuola, un dispensario e una casa di riposo per anziani. Progetti che don Didaco voleva realizzare, lo ha lasciato scritto nei suoi appunti che abbiamo ritrovato negli anni novanta. E la stessa cosa è accaduta alle sorelle che hanno avviato i cammini di predicazione, meditazione, adorazione, studio della Parola di Dio impegnandosi poi nella catechesi qui in diocesi o in villaggi sperduti di Paesi lontani. Possiamo proprio dire che, dal cielo, don Didaco ha continuato a guidarci e a intercedere per noi».

 

 

La storia. Didaco Bessi nacque a Iolo il 5 febbraio 1856. A meno di 20 anni entrò in seminario. Ordinato presbitero, celebrò la prima messa il 20 settembre 1879 a San Pietro a Iolo, dove diventò cappellano di don Antonio Cappellini. Nel 1891 gli succedette come pievano. Nel 1894 chiese al vescovo Mazzanti di aprire un istituto per religiose.
La fondazione della Congregazione avvenne la sera dell’8 settembre 1895: don Didaco, benedisse un’immagine della Vergine del Santo Rosario (regalatagli da padre Luigi Bogani e arrivata da Pompei) e, accompagnato dalle prime quattro suore, la portò nella cappella per la preghiera del nascente Istituto delle Suore Terziarie Domenicane della Madonna del Rosario. Don Didaco morì il 25 maggio 1919 a 63 anni; è in corso la sua causa di beatificazione.

 

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
4 anni fa

Domenica 25 Maggio 1919-Sabato 25 Maggio 2019. E’ passato un secolo dalla morte del “Servo di Dio” Don Didaco Roberto Bessi fondatore delle “Suore Domenicane a Iolo” a Villa Martelli nel lontano 1895. Don Didaco nacque a Iolo un piccolo villaggio agricolo che si trova a sud della città il 5 Febbraio 1856 secondo di quattro figli avuti dal padre Giocondo e dalla madre Maria Dabizzi entrambi calzolai quindi specializzati nel settore artigianale ma gente semplice, umile e profondamente cattolica. All’età di dodici anni nel 1868 Didaco sente il desiderio di farsi prete così ne parla ai suoi genitori e loro al loro parroco Don Antonio Cappellini che a sua volta lo accompagnò dal suo superiore Don Giovanni Bacci e a sua volta presso il Seminario Vescovile pratese guidato dall’allora Rettore Monsignor Giovacchino Gori dove dedicò mente e anima nel compiere i suoi studi diventando Presidente della Società del Santissimo Sacramento riservata ai soli seminaristi. Nel Settembre del 1879 a soli 23 anni riceve l’ordinazione sacerdotale da parte dell’allora Vescovo di Prato e Pistoia Monsignor Niccolò Sozzifanti e da li iniziò la sua missione da prete che era quella di predicare il Vangelo di Cristi in mezzo alle persone semplici e ai poveri ed accrebbe la sua dedizione verso San Domenico Guzman(1170-1221) fondatore dell’ordine dei domenicani conosciuto come ordine dei predicatori al punto che diventò terziario domenicano assumendo il nome di Fra Antonio grazie all’amicizia che lo legava a Padre Giovanni Lottini un frate domenicano della città. L’anno successivo diventò prete suo fratello Giovanni Fortunato l’ultimo fratello della famiglia che divenne Segretario del Vescovo quindi stette in Curia. Alla morte di Don Antonio Cappellini avvenuta nel 1890 Don Didaco fu nominato nuovo parroco di San Pietro a Iolo e iniziò a curarsi delle prime anime di donne che volevano consacrare la loro vita al Signore diventando suore. Parlò di questa cosa al nuovo Vescovo di Pistoia e Prato Monsignor Marcello Mazzanti che accolse volentieri la richiesta di Don Didaco facendoli fare un periodo di prova nel pregare e assistere i poveri e i malati e il 15 Agosto 1895 affittarono una casa vicino alla chiesa con un semplice quadro della Madonna de Rosario di Pompe che fu fu portata da Padre Francesco Bogani un frate cappuccino pratese visto che l’istituto che sarebbe nato si chiamava: “Istituto delle Suore di Carità della Beatissima Vergine del Rosario”. Cinque anni dopo ovvero il 6 Ottobre 1900 si verifica il grande evento ovvero la consacrazione delle prime quattro suore che furono: “Suor Maddalena, Suor Caterina, Suor Brunetta e Suor Antonina. Ora che la lori vita era stata consacrata totalmente al Signore dedicavano la loro missione fra gli anziani e i bambini analfabeti sopratutto in tempo di guerra scoppiata il 28 giugno 1914 con il famoso “Attentato a Sarajevo” anche se l’Italia entrò in guerra l’anno successivo e anche a prato molti contadini lasciarono il loro lavoro e le loro famiglie per andare sul fronte mentre altri contadini si trasferirono nel centro della città diventando operai con la speranza di garantire un futuro migliore ai loro cari e seppure erano iniziati tempi duri Don Didaco non si arrese nonostante la salute precaria. La guerra finì nel 1918 ma lui l’anno successivo se ne andò dopo essere stato ricoverato all’Ospedale San Michele ad Agliana a causa della malattia spagnola che si era diffusa durante la guerra. Al suo funerale prese parte l’intera comunità ma la sua opera prosegue ancora oggi e non soltanto a prato ma in tutto il paese ma anche oltre: in Polonia, Russia, Cina, india, Ecuador. Nel 1995 fu festeggiato il centenario della nascita dell’Istituto delle Suore Domenicane con la presenza del Vescovo Emerito Monsignor Gastone Simoni e del Vicario Monsignor Eligio Francioni che aiutava e sosteneva le missioni delle suore. Sabato alle 18:00 è stata celebrata una Messa da Monsignor Franco Agostinelli alla chiesa di San Pietro a Iolo per commemorare il centenario della sua scomparsa insieme al parroco Don Giancarlo Innocenti, di Madre Paola Colotto la Madre Superiore con le rispettive consorelle suore, del Rettore del Seminario Monsignor Daniele Scaccini e di altri confratelli preti fra cui Padre Francesco Ricci che è il Prefetto della causa di beatificazione di questo meraviglioso Servo di Dio e di tutti i fedeli presenti fra cui le autorità civili e culturali senza escludere la presenza del sindaco Matteo Biffoni. Dopo la Messa è stata inaugurata una mostra su Don Didaco e un pezzo del nuovo guardino del pensionato di Iolo gestito dalle suore per dare assistenza agli anziani. Concludo dicendo che la santità è possibile sempre perchè il Signore è paziente e aspetta sempre chiunque lo cerchi e lo invochi per essere luce nel mondo e sale della terra. Visto che è aperta la causa di beatificazione dal 2008 speriamo diventi presto venerabile quindi beato ed in seguito santo come è per l’altro confratello di Iolo San Pio il Martire che riposa nella chiesa di San Pietro a Iolo dal 1810 per volontà di Papa Pio VII(1742. Sommo Pontefice dal 1800 al 1823) e da Settembre del 1815 viene festeggiato e ricordato dall’intera comunità