23 Luglio 2019

Misericordia, festa della fondazione con il saluto al vescovo Franco. Tutti i nomi dei premiati


«Grazie al vescovo Franco perché in questi anni non ha mai fatto mancare l’apprezzamento per le nostre molteplici attività e per il prezioso impegno profuso dai nostri confratelli e consorelle». Lo ha detto il proposto dell’Arciconfraternita della Misericordia Gianluca Mannelli al termine della messa celebrata in occasione dei 431 anni di fondazione della secolare istituzione rivolgendosi a monsignor Agostinelli. Il ringraziamento al Presule, che lascia dopo sette anni di episcopato la diocesi di Prato per limiti di età, è stato il filo conduttore della grande festa che si è tenuta ieri sera nella sede operativa di via Galcianese.

Ogni anno, il 22 luglio, la Misericordia di Prato si riunisce per ricordare il pellegrinaggio compiuto quel giorno nel 1588 da trenta pellegrini che partirono dal centro cittadino per andare a Loreto. Al loro ritorno decisero di dar vita a una compagnia impegnata nella carità e nel servizio del prossimo. Era il primo nucleo della odierna associazione di Misericordia, che a Prato conta 50mila iscritti e duemila volontari facenti servizio, impegnati nella sede centrale e nelle ventisei sezioni periferiche dell’Arciconfraternita.

La messa e il saluto al Vescovo. Per monsignor Agostinelli è stata l’ultima festa della fondazione da vescovo di Prato, il prossimo 7 settembre infatti passerà il testimone a monsignor Giovanni Nerbini. «Ma il suo impegno a favore della Misericordia continua in qualità di correttore nazionale del movimento – ha sottolineato Alberto Corsinovi, presidente della Federazione regionale presente all’incontro –, l’Italia, da Bolzano a Lampedusa, dove siamo presenti, ha bisogno della tua saggia guida».

Un saluto e un ringraziamento al vescovo uscente e un sentito apprezzamento per il quotidiano lavoro profuso dalla Misericordia di Prato è arrivato anche dal sindaco Matteo Biffoni, presente alla festa con l’onorevole Giorgio Silli e il consigliere regionale Nicola Ciolini. Hanno partecipato all’evento anche il direttore della società della salute Lorena Paganelli e il direttore del dipartimento emergenza territoriale di Prato Michele Lanigra.

«Essere Misericordia vuol dire servire, così come essere cristiani vuol dire servire e il primo servizio è l’attenzione verso gli altri», ha detto il vescovo Agostinelli nell’omelia della messa concelebrata con il vicario generale mons. Nedo Mannucci e don Paolo Cioni, correttore della Confraternita di Calenzano affiliata alla Misericordia di Prato. Poi il Presule, parlando ai tanti volontari presenti e il presidenti delle sezioni, ha voluto ribadire come «la preparazione tecnica, le ambulanze e i tanti mezzi da soli non bastano a svolgere un buon servizio, occorre avere una preparazione umana e spirituale, perché è l’incontro con il Signore che ci permette di essere davvero testimoni di Misericordia».

I nuovi Capo Guardia, Capo Guardia d’onore e la consegna della Stella al merito. Altra importante tradizione in questo giorno di festa è l’investitura dei nuovi Capo Guardia d’onore e Capo Guardia e la consegna della Stella al merito.

Il primo titolo, Capo Guardia d’onore, è riconosciuto ai confratelli e alle consorelle con quaranta anni di servizio continuativo. Un prestigioso traguardo raggiunto quest’anno da Maurizio Bigagli e Daniele Perissi. Entrambi hanno iniziato giovanissimi nel 1979. «Avevo 17 anni e fui accompagnato per la prima volta alla Misericordia da mio zio Marino Olmi – ricorda Maurizio Bigagli – da quel momento il mio impegno è cresciuto: ho fatto un po’ di tutto, dall’autista al soccorritore, di giorno e di notte». Dal 2000 fa parte del magistrato e per otto anni è stato vice provveditore. «Cerco di compiere un paio di servizi al mese perché ritengo sia importante continuare questo impegno che negli anni mi ha dato tanto», conclude Bigagli. Daniele Perissi invece può essere definito il confratello della notte. Da quaranta anni lui presta servizio solo in orario notturno. «Di giorno lavoro – spiega – ho 58 anni e sono perito tessile, quindi durante il giorno non ho disponibilità di tempo e volentieri, una volta ogni tredici giorni, come vuole il regolamento, mi metto a disposizione». In tutti questi anni ha avuto modo di vivere esperienze difficili e anche drammatiche, «da casi di suicidio a incidenti automobilistici, ma anche aggressioni con armi da fuoco. Negli anni ’80 la notte si soccorrevano le partorienti, oggi non è più così, molte cose sono cambiate». Ma non la sua dedizione e il suo attaccamento alla Misericordia. Come quello di Gianmarco Tendi, 40 anni, diventato Capo Guardia dopo 15 anni di impegno associativo. «Quando ho cominciato avevo 23 anni e non conoscevo nessuno, ho sentito il desiderio di fare qualcosa per gli altri e mi sono presentato alla Misericordia. Mi hanno accolto benissimo», racconta Tendi. Adesso di amici ne ha tantissimi ed è cresciuto in competenza. Da dieci anni infatti è diventato formatore e insegna agli altri a diventare soccorritore. Da quando ha messo su famiglia si è visto diminuire il tempo a disposizione, ma comunque riesce sempre a garantire la copertura di almeno un turno a settimana.

Infine c’è Adriano Palazzi, 75 anni, che con 30 anni di servizio ha ricevuto la Stella al merito della carità, riconoscimento consegnato dalla Confederazione nazionale delle Misericordie. «Sono originario di Calenzano, dove ho iniziato ad affacciarmi al mondo della Misericordia – dice Palazzi -, poi mi sono trasferito a Prato e ho cominciato a frequentate la sede centrale». Da quel momento, per un trentennio, si è messo a disposizione. «Faccio un po’ di tutto, tranne guidare l’ambulanza, accompagno i malati alle visite e monto sulle ambulanze come soccorritore», spiega il confratello. Da quando è in pensione si presenta in via Galcianese per dare una mano due o tre volte a settimana.

«Questi confratelli – ha osservato il proposto Gianluca Mannelli – sono veri testimoni del cammino intrapreso dai nostri padri fondatori nel lontano 1588 e costituiscono quell’esercito di duemila fratelli e sorelle facenti servizio che quotidianamente mettono con impegno, passione e senso di appartenenza, il loro tempo a disposizione dei più bisognosi».

Alcuni numeri. Ricordiamo infine che l’Arciconfraternita della Misericordia di Prato ha effettuato nel 2018 oltre 200mila servizi di carità, con un incremento di circa 14.500 servizi rispetto all’anno precedente.

 

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