12 Luglio 2019

Portò telefonino ad un detenuto nel reparto di massima sicurezza: insegnante condannata a 2 anni e 8 mesi per corruzione


E’ stata condannata a 2 anni e 8 mesi per corruzione Laura Bonafede, l’insegnante di matematica del Dagomari, docente anche presso l’istituto penitenziario, che due anni fa fu arrestata per aver consegnato un telefonino cellulare a Francesco Raia, un presunto camorrista di 42 anni detenuto alla Dogaia, nella sezione di massima sicurezza. Per lo stesso episodio, Raia – che sta scontando un cumulo di pena di 17 anni per vari reati, tra cui il tentato omicidio di un appartenente al clan Di Lauro – ha subito oggi una condanna a 6 anni di carcere. Entrambi gli imputati sono stati giudicati con il rito abbreviato. La sentenza del giudice per le udienze preliminari ha accolto quasi completamente le richieste del pubblico ministero Lorenzo Gestri, che aveva chiesto la condanna rispettivamente a 3 e 6 anni di pena. Sentenza di non luogo a procedere, perchè il fatto non sussiste, per un agente di polizia penitenziaria, difeso dall’avvocato Antonino Denaro, che era indagato per omissione di atti d’ufficio.
Secondo la tesi dell’accusa l’introduzione del telefonino nella cella di massima sicurezza è avvenuto nel quadro di un accordo corruttivo che avrebbe visto l’insegnante ricevere 100 euro. I difensori di Raia, avvocati Costanza Malerba e Federico Febbo, avevano provato a far riqualificare le accuse di corruzione, in quella di atti contrari a doveri di ufficio (per l’insegnante). L’eventuale dazione di denaro di Raia, secondo la sua difesa, non sarebbe avvenuta a fini corruttivi, ma nel quadro di un legame che vedeva il detenuto innamorato della donna, e per questo motivo incline a farle regali.
“La mia assistita si è sempre professata innocente e impugnerà la sentenza” – afferma Michele Nigro, avvocato difensore di Laura Bonafede.
Per circa un mese il telefonino è stato nella disponibilità di Raia, sottoposto a intercettazione da parte degli inquirenti, che hanno inviato gli atti anche alla direzione distrettuale antimafia di Napoli.

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