21 Settembre 2019

Cna lancia l’allarme: le imprese lavoreranno sette mesi solo per pagare le tasse


Quest’anno a Prato le imprese finiranno di lavorare per lo Stato con alcuni giorni di anticipo prima dell’anno scorso, e precisamente il 30 luglio, mentre nel 2018 la data limite era il 3 agosto. Solo dopo questo traguardo potranno iniziare a produrre per la propria sopravvivenza.
Sono questi alcuni dati territoriali estrapolati dal sesto Rapporto annuale “Comune che vai Fisco che trovi” realizzato dall’Osservatorio di Cna nazionale analizzando la situazione fiscale delle imprese di 141 capoluoghi di provincia italiani.
Più precisamente, nella classifica nazionale Prato si piazza al 58esimo posto registrando un Total Tax Rate (cioè un carico fiscale generale tra tasse nazionali e locali) pari al 58%, con un lieve miglioramento di circa 1 punto percentuale rispetto al 2018. Nell’arco di questo anno, dunque, le imprese pratesi lavoreranno 212 giorni per pagare le tasse e 153 giorni per se stesse.
“Ad incidere positivamente sulla riduzione del Total Tax Rate è stato soprattutto l’innalzamento al 50% della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali (capannoni, laboratori, negozi). Questo provvedimento era stato richiesto da CNA al precedente Governo che lo ha accolto e inserito nella Legge di bilancio 2019, fissando però al 2023 il raggiungimento della totale deducibilità. ora è arrivato il momento di fare pressing per anticipare questa tempistica e introdurre prima possibile la deducibilità dell’IMU al 100% sugli immobili strumentali, o i lievi vantaggi fiscali che già abbiamo ottenuto rischiano di essere vanificati, se non azzerati – ha detto il presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi – Lo stesso impegno intendiamo metterlo per ottenere dal Governo un ulteriore incremento delle agevolazioni in caso di cessione di azienda dove riteniamo si debba applicare la completa deducibilità fiscale per facilitare il ricambio generazionale”.
sul peso fiscale per Cna, incide ancora enormemente la tassazione locale a partire dalla TARI, sulla quale ci sono troppe disparità.

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