27 Settembre 2019

“Frasi razziste ad un medico dell’ospedale”: indagato l’ex assessore Caverni


L’ex assessore Roberto Caverni è indagato per oltraggio a pubblico ufficiale con l’aggravante della discriminazione razziale. Lo scorso luglio, durante il ricovero all’ospedale di Prato, poche ore dopo essere stato sottoposto ad un serio intervento chirurgico, Caverni ha avuto un litigio con un medico di origini albanesi, da cui si è rifiutato di farsi visitare. “Non mi faccio toccare da uno straniero” una delle frasi attribuite a Caverni, contenute nella denuncia del medico da cui sono partiti gli accertamenti della Procura. I carabinieri hanno sentito alcuni testimoni, fra cui la dottoressa che ha assistito al diverbio e ha poi provveduto, al posto del collega, ad eseguire la medicazione nei confronti del paziente. Secondo l’accusa, durante l’alterco con il medico, Caverni, oggi 71enne in pensione, avrebbe fatto riferimento ai propri trascorsi politici nella destra. L’ex assessore, assistito dall’avvocato Francesco Querci, respinge le accuse e nega di aver pronunciato frasi razziste: “Il giorno prima – afferma Caverni – mi avevano operato ed ero sotto l’effetto dei farmaci. Stavo malissimo ed avevo dolori lancinanti; per questo mi lamentavo. Il dottore mi ha rimproverato dicendomi che in un ospedale non si urla. Mi ha trattato male e gli ho risposto, ma non sapevo che fosse straniero. Me lo ha detto lui alla fine, quando gli ho chiesto il nome”. Caverni si è poi rivolto a Fabio Baldi, presidente del Tribunale dei diritti del malato per fare le sue rimostranze, ma spiega di non aver proceduto con esposti, perchè da un punto di vista del trattamento medico ricevuto, non c’era stato niente da eccepire.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
tatanka
tatanka
4 anni fa

Caro Baldi fai benissimo ad occuparti dei diritti del malato, ma visto i tempi che corrono, in cui ci sono sempre piu’ frequenti aggressioni al personale sanitario., il tuo centro dovrebbe aggiornare la sua denominazione e chiamarsi “Centro per i diritti del malato e per la tutela ed i diritti del personale sanitario”, perché non è detto che chi lamenta casi reali o presunti di mala sanita’ abbia in ogni caso ragione e comunque anche accanto alla mala sanita’ esiste la mala-educazione.