26 Settembre 2019

Sciopero dei Commercialisti, non invieranno gli F24 personali: dito puntato sugli ISA. A Prato 20 mila imprese coinvolte


Alla fine i commercialisti hanno deciso una forma di protesta senza precedenti: per difendere i diritti dei contribuenti, quelli delle imprese e il loro lavoro. E’ un singolare “sciopero” quello indetto a livello nazionale e che vede protagonisti a livello locale l’Associazione nazionale commercialisti (ANC) e l’Unione giovani dottori commercialisti (UGDC), le due sigle sindacali dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili presenti a Prato.

Le motivazioni vengono spiegate con chiarezza da Antonio Schillaci, presidente di ANC Prato, da Daniele Vignaroli, segretario di UGDC Prato e da Filippo Ravone (nella foto), presidente dell’Ordine, che chiedono “un rapporto leale tra Stato e commercialisti”. Nel mirino c’è la qualità delle relazioni con il sistema fiscale con la mancata applicazione dello Statuto del contribuente e soprattutto l’utilizzo – spesso sbagliato – degli ISA, sigla che si riferisce agli indici di affidabilità fiscale, sulla base dei quali vengono valutate con una sorta di pagella le partite Iva. Un problema che a Prato riguarda circa 20 mila tra società, ditte individuali e professionisti.

La singolare protesta prevede due azioni: i professionisti non invieranno i loro F24 personali che devono essere pagati tra la mezzanotte di domenica 29 e la mezzanotte di martedì 1 ottobre, sottoponendosi quindi al rischio di aggravi di spesa, allo stesso tempo sospenderanno le attività di difesa presso le Commissioni Tributarie da svolgersi nella settimana successiva.

“La goccia che ha fatto traboccare il vaso che ha spinto i nostri sindacati a proclamare lo sciopero di categoria è dovuta al caos generato dall’introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale – spiega Filippo Ravone – avevamo chiesto, a livello nazionale, che gli indici Isa non fossero applicati per il 2018, e in palese violazione dello Statuto del contribuente per i tempi e le modalità non rispettate questo non è avvenuto. I commercialisti si sono dovuti sottoporre a un vero e proprio tour de force per la quadratura di dati troppe volte errati, per non parlare delle storture dei risultati che spesso emergono dalla applicazione degli indicatori”.

“La nostra protesta è prima di tutto nell’interesse dei cittadini per i quali chiediamo la piena e vera attuazione dello Statuto del contribuente e il blocco di norme che appaiono e sono vessatorie-– mette in evidenza Antonio Schillaci, presidente di ANC Prato – Non accetteremo misure palliative o incontri puramente formali: la nostra associazione, insieme alle altre ritiene che la misura sia colma. Il patto con il fisco e la lotta all’evasione si realizzano insieme ai contribuenti ed alle categorie dei professionisti”.

“C’è un disagio diffuso dell’intera categoria – afferma Daniele Vignaroli, segretario di UGDC Prato – Purtroppo da anni le nostre richieste di semplificazione e di tutela dei diritti dei contribuenti sono rimaste disattese e con il mancato ascolto da parte delle Istituzioni sulle incertezze e difficoltà applicative degli ISA lo sciopero diventato inevitabile. E’ significativo che stavolta le sigle sindacali di categoria siano unite, auspichiamo un coinvolgimento di tutti gli iscritti per rendere efficace la protesta e chiaro l’estremo disagio che viviamo ogni giorno con le imprese che a noi si affidano”.

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