22 Ottobre 2019

Gara Tpl, la Regione accelera sull’aggiudicazione definitiva ai francesi: “Cap venda l’intera flotta di bus il 22 novembre”. Immediato ricorso al Tar: “A rischio la continuità aziendale”


La Regione accelera sull’affidamento definitivo del trasporto pubblico locale ad Autolinee Toscane: senza aspettare la pronuncia dei giudici amministrativi, il responsabile del procedimento di gara ha disposto il cronoprogramma per la vendita dei beni dagli attuali gestori (le 12 società del Consorzio Mobit, fra cui la Cap) al gruppo facente capo ai francesi di Ratp. Si tratta di un processo a tappe forzate per consentire ad Autolinee Toscane di prendere servizio dal 1 gennaio 2020: secondo il calendario fissato dalla Regione, fra metà novembre e la fine di dicembre l’intera flotta di autobus, le officine, e le sedi operative degli attuali gestori dovranno essere cedute ad Autolinee Toscane. Per la Cap e il territorio pratese, il giorno X individuato per la vendita dei beni è il 22 novembre, tra un mese esatto. Nei programmi della Regione, l’efficacia degli atti di vendita sarebbe posticipata al 1 gennaio 2020, per assicurare la continuità del servizio.
Il cronoprogramma è stato impugnato ieri al Tar dagli attuali gestori del trasporto pubblico, che hanno chiesto la sospensiva del provvedimento della Regione, ritenuto pregiudizievole della propria continuità aziendale. L’atto è stato adottato prima che siano arrivate le sentenze definitive dei giudici sulla battaglia legale che da tre anni vede contrapposte Mobit e Autolinee Toscane. Nelle prossime settimane, dopo l’udienza dello scorso 10 ottobre, è attesa la sentenza del Consiglio di Stato sulla prima aggiudicazione fatta dalla Regione; mentre una seconda aggiudicazione è tuttora pendente al Tar della Toscana.

“Il trasferimento di beni mobili, immobili e autobus già a partire dal mese di novembre e la conseguente estromissione dal servizio degli attuali gestori fin dal 1 Gennaio 2020, se non sarà sospeso – commenta il presidente di Mobit Giuseppe Gori – recherà un danno irreparabile alle aziende che attualmente erogano il servizio. In tale situazione l’eventuale sentenza favorevole a Mobit sarebbe resa inutilmente essendosi il danno già verificato. Tale danno ricadrebbe indirettamente anche sugli oltre 100 Comuni toscani che sono titolati di partecipazioni delle società consorziate di Mobit”.
La base di gara per il trasporto pubblico locale su gomma in Toscana è pari a 2,77 miliardi di euro per 11 anni di servizio. A questo si aggiungono 190 milioni circa per l’acquisto di nuovi mezzi. Il valore complessivo della gara, con i ricavi da biglietti e abbonamenti, è pari a circa 4 miliardi di euro.

“La giunta aspetti la sentenza del Consiglio di Stato e si definisca un nuovo cronoprogramma provvisorio – chiedono i consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti -, che definiscono “una bomba nel sistema il cronoprogramma voluto dalla giunta regionale”. “12 aziende sono in liquidazione entro la fine dell’anno e stiamo parlando di assets per milioni e milioni di euro – affermano Fattori e Sarti -. Nel febbraio scorso il Consiglio regionale aveva invece impegnato la Giunta ad affidare definitivamente la concessione del TPL solo a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato, senza basarsi sulla sola sentenza della Corte di Giustizia Europea, in modo da evitare l’attivazione di nuovi contenziosi tra Mobit e Autolinee Toscane Spa. Il 10 ottobre il Consiglio di Stato ha deciso di riservarsi sulla decisione, ma la Giunta, anziché attendere la sentenza, ha accelerato inspiegabilmente verso l’ affidamento definitivo del servizio ad Autolinee Toscane Spa. E questo senza tenere in minima considerazione la situazione di oggettiva incertezza che potrebbe provocare rischi per il servizio, richieste risarcitorie pesanti, danni patrimoniali, disagi  per gli utenti e seri problemi per i lavoratori e le lavoratrici”, concludono i consiglieri.

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