25 Ottobre 2019

Il tessile “invecchia”: il 39% degli addetti ha più di 50 anni e mancano periti chimici e tessili


Terza edizione di “E’ di moda il mio futuro”: il progetto per l’orientamento dei giovani promosso e gestito da Confindustria Toscana Nord riparte e conferma la sua formula. A presentare la nuova edizione nella sede di Prato di Confindustria Toscana Nord è stato oggi Andrea Cavicchi, presidente della sezione Sistema moda dell’associazione, nel cui ambito è sorta nel 2017 l’idea di una serie coordinata di iniziative ed eventi in grado di suscitare l’interesse e la curiosità dei giovani – studenti delle medie inferiori e superiori – verso la moda.  Accanto a Cavicchi, il sindaco Matteo Biffoni, dato che il Comune di Prato, così come la Provincia di Prato, ha concesso il suo patrocinio al progetto; inoltre Milena Guerrini in rappresentanza di Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro che ha confermato anche quest’anno il suo supporto a “E’ di moda il mio futuro”. Il progetto si avvale anche della collaborazione del PTP-Polo tecnico Professionale Moda Prato-Firenze, la rete guidata dall’ITIS Buzzi che riunisce alcune fra le più importanti realtà formative del territorio nelle discipline del settore moda. Ulteriori patrocini e collaborazioni sono stato attivati per il calzaturiero in territorio pistoiese.

“Le risorse umane sono un nodo fondamentale del settore moda – ha spiegato Andrea Cavicchi -. E’ importante evidenziare che il tessile pratese mostra dal punto di vista dell’occupazione una sostanziale stabilità ormai dal 2011, dopo la forte contrazione verificatasi nei primi anni 2000. Preoccupa l’età avanzata dei lavoratori del tessile pratese: gli ultracinquantenni sono il 39% del totale, mentre gli under 34 sono solo il 17%. Quota 100 sembra aver avuto anche a Prato, come nel resto del paese, un utilizzo meno esteso di quanto si pensasse ma, assieme ai pensionamenti ordinari, ha lasciato comunque dei vuoti che si fa fatica a colmare. E’ una realtà che chi lavora nel settore tocca con mano ogni giorno e che è confermata anche dai dati della FIL-Centro per l’impiego, che ringrazio per la collaborazione e a cui dobbiamo la disponibilità dei dati sul mercato del lavoro pratese. Fra le figure tecniche risultano particolarmente richiesti i periti chimici e tessili, i dispositori tessili, gli esperti nel controllo qualità, questi ultimi sia nel tessile che nella confezione, dove sono ricercati anche grafici e modellisti cad. Per inquadrare e monitorare questi aspetti, come per altri riguardanti le competenze e il mercato del lavoro a Prato, si sta formando una rete di soggetti che effettueranno studi e ricerche”.

La demografia occupazionale del tessile pratese evidenzia per gli ultimi anni una forte crescita dell’età dei lavoratori; ancora nel 2008 over 50 e under 34 erano quasi allo stesso livello (25% contro 24%) ma negli anni successivi si è verificato un rapido sbilanciamento che ha condotto al quadro attuale. Gli ultimi due decenni, peraltro, hanno registrato l’affermazione della confezione, mentre l’occupazione nel tessile ha subito un arretramento anche a causa della crescente automazione, che sul comparto ha avuto un impatto particolarmente rilevante. Ad oggi, i 41.543 addetti complessivi del distretto tessile-abbigliamento pratese (ultimo dato disponibile, riferito al 2017, pubblicato ieri dalla banca dati ufficiale dell’ISTAT), costituiscono l’82% dell’occupazione manifatturiera della provincia di Prato e il 34,5% del totale. I 22.273 addetti dell’abbigliamento fanno di Prato la provincia italiana di gran lunga con maggior concentrazione di queste figure (la seconda è Napoli con 12.000 e la terza Milano con 9.800); analoga situazione per i 19.270 addetti del distretto tessile, che formano il nucleo più consistente in Italia (a seguire il distretto biellese con 12.900 addetti e quello comasco con 9.500). La crescita a Prato del settore abbigliamento ha, dal punto di vista occupazionale, delle dinamiche specifiche dovute alla forte presenza di imprenditoria cinese ed è caratterizzata dal frequente ricorso al part-time, particolarmente diffuso (72% dei casi, contro il 22% del tessile e il 48% del totale del manifatturiero).

A Prato i contratti a tempo indeterminato sfiorano nel tessile il 90%, mentre nella confezione addirittura lo superano, sia pure nel particolare contesto della massiccia presenza di lavoratori extracomunitari e della loro necessità di contratti che facilitino il loro soggiorno in Italia. Si tratta di percentuali molto alte se paragonate ad esempio al 71% dei servizi. Le retribuzioni nel tessile superano in media, a Prato, i 24.300 euro annui e sono nettamente più elevate degli altri settori manifatturieri e di servizi.

Alla terza edizione di ‘E’ di moda il mio futuro’ hanno aderito ad oggi le scuole medie superiori ITIS Buzzi, Liceo artistico Brunelleschi di Montemurlo, ISISTL Russell Newton di Scandicci e, per il meccanotessile, IPSIA Marconi; a queste si aggiunge l’ITI Vecchiacchi di Castelnuovo Garfagnana, che partecipa per la prima volta e che sta orientando i suoi programmi verso il tessile data la vicinanza con importanti realtà del settore presenti nel territorio garfagnino. Coinvolte praticamente tutte le scuole medie inferiori di Prato, alcune delle quali (Lippi, Cironi, Malaparte) parteciperanno ai laboratori al Museo del tessuto. Sono invece più di venti le aziende che a vario titolo (visite, testimonianze di imprenditori e giovani lavoratori) prestano la loro collaborazione al progetto.

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