19 Novembre 2019

Assemblea Anci, Biffoni porta i saluti al Presidente della Repubblica: “Dateci fiducia, fateci lavorare con percorsi lineari e tempi certi”


Si è aperta oggi ad Arezzo la XXXVI Assemblea annuale dell’Anci, unitamente alla XIX Assemblea congressuale. In apertura dei lavori, che proseguiranno fino al 21 novembre, il sindaco di Prato e presidente Anci Toscana, Matteo Biffoni, ha portato i saluti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Di seguito il testo dell’intervento:

“Signor Presidente, cari colleghi, a nome di Anci Toscana e di tutti i sindaci la ringrazio per la sua usuale presenza e ringrazio tutti gli amministratori presenti oggi all’Assemblea nazionale di Anci. Presidente, la sua presenza qui oggi è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione. E sono orgoglioso anche perché quest’anno la nostra prestigiosa Assemblea si svolge ad Arezzo nella nostra meravigliosa Toscana. Una terra che è da sempre uno dei fulcri della storia, della politica e della società del nostro paese, una terra di campanili ma anche di apertura, di collaborazione, di innovazione. E di ospitalità, come sono certo potrete sperimentare nei tre giorni del nostro evento.

Fuori da ogni retorica, Presidente, mi permetta di ritenere ultroneo spiegare ancora una volta, e soprattutto a lei, signor Presidente, il ruolo dei sindaci nel nostro Paese. Ormai è dato acquisito che è a ciascuno di noi che i cittadini esprimono le proprie richieste, paure, aspettative; è alla porta del sindaco che bussa chi è in difficoltà, chi vuol segnalare un piccolo o grande problema, chi ha una idea o una proposta, indipendentemente da argomento e contesto. Presidente, non starò qui a dilungarmi sulla centralità dei 7.914 sindaci italiani nella tenuta democratica del nostro Paese e su quanto sia utile che la voce di chi ogni giorno è a contatto con i cittadini venga ascoltata là dove si legifera, in Parlamento. Meglio di me lo farà il Presidente di Anci, Antonio De Caro a cui vanno i miei fraterni complimenti per la meritata rielezione.

A Lei, signor Presidente, che è garante della Costituzione e rappresentante dell’unità del nostro Paese, alla sua saggezza io affido un appello, accorato, sincero: lasciateci lavorare, dateci fiducia. I sindaci italiani hanno orientamenti politici diversi, governano città grandi e piccole, realtà più o meno complesse, territori più o meno ricchi e certo è che nessuno di noi è stato costretto ad indossare la fascia tricolore. Tutti noi lo facciamo per passione verso la cosa pubblica e la politica, amore verso le comunità che rappresentiamo, con l’ambizione di lavorare per rendere le nostre città ogni giorno un pochino migliori, ed essere ricordati come bravi sindaci. Certo è un onore, una soddisfazione, un orgoglio, ma è anche la fatica di un lavoro che non conosce termine, la responsabilità civile e penale, l’ansia delle allerte meteo. E il mio pensiero va ai tanti amministratori e agli operatori della protezione civile impegnati in questi giorni sulle emergenze in tutta Italia e anche qui in Toscana.

E, dunque dicevo, condividendo gli stessi problemi e le stesse responsabilità, a noi tutti i cittadini chiedono risposte concrete e in tempi certi. A volte si tratta di risolvere temi importanti, spesso di dare risposte su questioni invece semplici, piccole, ma che per una strada, un quartiere, un paese possono significare molto per il loro futuro.

Ecco Presidente, è per questo che abbiamo bisogno di poter lavorare in tempi ragionevoli e con strade lineari.

Più liberi da una burocrazia che rende difficile qualsiasi intervento, con tempi che tendono all’infinito, spesso incapaci di avere termini certi nelle risposte dei tanti enti che interagiscono con i Comuni, avviluppati da miriadi di norme talvolta bizzarre, spesso bizantine, con talvolta l’impossibilità di investire o assumere anche quando i bilanci sono sani, perché, invece e ad esempio per far funzionare meglio i Comuni servono i tecnici, gli agenti di polizia municipale o gli assistenti sociali, e ancora ad esempio l’attuale conformazione del fondo crediti di dubbia esigibilità drena denari che potrebbero essere spese in scuole o impianti sportivi . E potrei continuare.

E allora dateci fiducia, lasciateci gestire le risorse nel modo che noi troviamo migliore per i nostri territori, perché ciascuno ha le proprie peculiarità e lo stesso provvedimento non può essere sartoriale e puntuale per tutti, ma può funzionare bene se è modulato a misura da ciascun Comune. E allora, ad esempio, sulla intelligente proposta sugli asili nido, date le risorse ai Comuni, ognuno saprà come impiegarle al meglio, facendo nascere strutture nuove dove mancano, azzerando le tariffe là dove gli investimenti sono già stati fatti.

E’ per questo Presidente che la Sua costante presenza oggi alla nostra assemblea ci riempie di fiducia. Ed è a Lei che affidiamo la nostra richiesta, ci aiuti a realizzare il sogno di ogni Sindaco: avere norme chiare, percorsi semplici, tempi certi e le giuste risorse per poter dare risposte concrete ai cittadini, alle famiglie, alle imprese che quotidianamente ascoltiamo. Ne va di un futuro migliore per il Paese intero. Dateci fiducia, le assicuro che non la tradiremo.”

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