30 Dicembre 2019

I dati della Cgil contro lo sfruttamento lavorativo: “70 vertenze e 240 azioni di recupero crediti. Senza esporre i lavoratori a conflitti di strada e multe irragionevoli”


“È noto che sul territorio pratese, da anni, migliaia di imprese del manifatturiero, del trasporto e della logistica, del terziario e dell’agroalimentare, a conduzione cinese ma non solo, operano al di fuori di regole e normative. Sistema che ormai è legato a interessi locali anche di italiani, per l’affitto del capannone industriale, per la fornitura di servizi legali, di contabilità e fiscali e di collegamenti nei processi produttivi con le aziende italiane. Un macro-fenomeno sociale la cui risoluzione non può essere lasciata al solo intervento repressivo.” Lo afferma Lorenzo Pancini della Cgil di Prato, che cita i dati riferiti alla Camera del Lavoro: oltre 70 sono le vertenze individuali e 60 le imprese interessate – nel 2019 – dallo sfruttamento lavorativo, mentre 240 sono le azioni di recupero crediti per stipendi arretrati non pagati e generalmente riscossi tramite ingiunzioni di pagamento, ovvero precisa il sindacato “senza esporre i lavoratori a conflitti di strada e a multe irragionevoli” e qui il riferimento implicito è all’azione del Si Cobas e alle multe, da 1000 a 4000 euro, inflitte dalla Questura ai manifestanti per “blocco stradale”.
Secondo la Cgil il sistema illegale, articolato e complesso, “necessita di un approccio di sistema che coinvolga tutte le forze sociali, economiche e statali responsabili del buon andamento produttivo e del rispetto dei diritti”. “C’è la necessità di interventi che vadano in profondità e che non siano estemporanei e parziali.”

“Il Progetto Lavoro Sicuro della Regione Toscana – riprende Lorenzo Pancini – ha migliorato i livelli di sicurezza e impedito il pernottamento nei capannoni ma non ha cambiato il modello produttivo del sistema illegale, costituito da aziende di Pronto Moda che commissionano il lavoro a terzi – tintorie, stamperie e laboratori di confezione – i quali sfruttano personale completamente in nero o assunto con falsi part time.” Secondo il sindacalista si tratta di persone che lavorano fino a 14 ore al giorno, 7 giorni settimanali, per 800-1000 euro mensili, il che vuol dire 2-3 euro per ora lavorata.

“I locali sindacati tessili FilctemCGIL, Femca-CISL e Uiltec-Uil, insieme a Cna, Confartigianato e Confindustria, già a marzo 2017 hanno condiviso analisi e proposte a tutela dei lavoratori sfruttati e delle imprese sane e hanno infine sottoscritto il Protocollo Per il lavoro dignitoso e il ripristino della legalità nel sistema produttivo illegale pratese del tessile abbigliamento”. I controlli – secondo Pancini – sono continuati con maggior efficacia, individuando addirittura ditte fantasma o con altissime percentuali di lavoratori completamente in nero.

“Spesso vengono sospese le attività delle aziende controllate ma, pagata una sanzione minima poiché non accertato lo sfruttamento lavorativo, le stesse aziende riprendono a lavorare dopo poche ore” denuncia il sindacalista. Il 6 novembre scorso la CGIL ha consegnato alla conferenza dei capigruppo in Comune il proprio documento contro lo sfruttamento lavorativo.
“Nel documento richiedevamo al consiglio comunale l’assunzione del Protocollo firmato dalle parti sociali e contestualmente l’impegno del Sindaco e della Giunta a reiterare la richiesta agli Organi dello Stato di un effettivo contrasto allo sfruttamento lavorativo tramite la sistematica applicazione della legge sullo sfruttamento lavorativo e sulla responsabilità solidale – con sanzioni significative – nei casi di produzioni illegali del tessile abbigliamento. Si prospettava inoltre il diritto al rinnovo del permesso di soggiorno per chi, immigrato, intendesse denunciare la propria e accertata condizione di sfruttamento sul lavoro. L’ultima battaglia da condividere è la richiesta dell’assunzione di un numero di ispettori Inps (attualmente 2), Ispettorato del Lavoro (13) e Inail adeguato alle criticità del sistema produttivo pratese che conta quasi 30.000 imprese”. La CGIL di Prato aspetta la calendarizzazione dei consigli comunali richiedendo maggiore celerità alla politica. “Occorre essere rapidi nel dare il via alla lotta allo sfruttamento che non può limitarsi alla vertenzialità individuale o a sparute battaglie quando è il sistema largamente aggredito dalla illegalità”.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Sergiu ardeleanul
Sergiu ardeleanul
4 anni fa

i sindacati italiani……00000