2 Dicembre 2019

Inquinamento ambientale, Prato tra luci e ombre. Buona la differenziata ma preoccupano aria, falde e fiumi


Bene i rifiuti, peggio i valori di aria e acqua. L’annuario 2019 dei dati ambientali di Arpat disegna uno scenario a luci ed ombre per la provincia di Prato.

Sono cinque le macroaree prese in analisi dal dossier, diffuso in questi giorni dall’Ente toscano: aria, acqua, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi.

Guardando ai singoli dati, il distretto brilla per la differenziata. Prato sale al 71,6% di raccolta contro il 53,8% della media regionale. In città e in provincia si differenziano inoltre 424 chilogrammi di rifiuti procapite, contro i 323 del resto della regione. Anche i valori del consumo di suolo risultano buoni: 217 metri quadrati ad abitante rispetto ai 440 metri quadrati della media toscana.

Passando alla qualità dell’aria, le cose si fanno più critiche. La situazione nelle due stazioni di rilevamento di via Roma e via Ferrucci appare ancora delicata, soprattutto per le temute polveri sottili PM10. Nel solo 2018 il valore giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo è stato sforato ben 43 volte, non ancora sufficienti però a far scattare la spia rossa.

Non va meglio sul fronte delle acque sotterranee, che risultano di scarsa qualità. Tutta colpa della concentrazione di nitrati e tetracloetilene. Stato chimico non buono, nel triennio 2016-2018, anche per i fiumi, sia sul versante dell’Ombrone pistoiese che per il Bisenzio. La sufficienza, sullo stato ecologico, va soltanto al torrente Fiumenta a Vernio.

Scorrendo ancora, ammontano a 129 i siti della Provincia di Prato interessati da opere di bonifica, 454mila metri quadrati solo in città. Nel 2018 sono stati infine controllati 14 impianti privati di diversi settori: 13 le sanzioni elevate, di tipo amministrativo e penale, tutte all’interno di industrie tessili. Niente da segnalare infine per l’inceneritore di Gida: tutti i parametri rilevati rientrano nei limiti di legge.

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