30 Dicembre 2019

Nel 2019 calano i furti in abitazione e i reati, ma aumentano le rapine. Il bilancio dei carabinieri, che mettono a segno un arresto al giorno


Reati in calo del 6% nell’anno in corso a Prato e provincia: 13.394 rispetto ai 12.548 delitti denunciati nel 2018. Tra le singole fattispecie di reato, calano i furti sia nel complesso (5.728 rispetto a 5.085, -11%), sia quelli in abitazione, passati dai 1127 dello scorso anno, ai 987 di quest’anno. Si tratta di una riduzione del 12,4 per cento: in pratica dai 3 furti in casa al giorno nell’intera provincia si è passati ad una media di 2,7. Si sono ridotte del 12% anche le truffe, passate da 683 a 599, mentre sono cresciute esponenzialmente le rapine, da 134 a 215 (+60%). Di queste, gli scippi sulla pubblica via sono 157, che hanno avuto per vittima nella maggior parte dei casi cittadini cinesi.
L’andamento della delittuosità a Prato e provincia è stato delineato dai carabinieri nel corso del bilancio di fine anno. Nel 2019 l’Arma ha proceduto per oltre 9 mila reati e messo a segno 330 arresti (33 in più rispetto allo scorso anno), di cui circa la metà per droga. Il contrasto allo spaccio effettuato dai militari ha portato anche al sequestro di 43 chili di sostanza stupefacente di vario genere. “Abbiamo registrato la tendenza di un ritorno al consumo di ecstasy, che per anni era passata in secondo piano a vantaggio ad esempio della cocaina. Registriamo purtroppo consumatori di ecstasy tra ragazzi di età sempre più bassa; queste pasticche sono ricercate per il basso costo, e la loro portata è spesso amplificata dall’abuso di alcol. Altro aspetto che emerge dalle nostre operazioni è che mentre in passato gli spacciatori si erano quasi spartiti il mercato – le droghe sintetiche per i cinesi, l’eroina appannaggio dei pusher nigeriani, la cocaina in mano agli albanesi – adesso si stanno creando gruppi trasversali fra gli spacciatori che iniziano a collaborare.
In aumento anche le violenze di genere, che da alcune settimane vengono trattate in tempi ristretti secondo le previsioni del codice rosso: dagli 11 casi e 2 arresti si cui si è occupata l’Arma nel 2018, si è passati ai 30 episodi e 12 arresti.
Particolare attenzione è dedicata dai carabinieri al fenomeno dello sfruttamento lavorativo; si deve ad un’indagine dei militari del nucleo investigativo dell’Arma l’inchiesta della Procura che ha portato nel 2019 ad una prima storica condanna emessa dal Tribunale ai danni di imprenditori cinesi, che erano a processo peril reato caporalato, secondo la nuova formulazione dell’articolo 603 bis del codice penale.

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