19 Dicembre 2019

Specie aliene nel fiume Bisenzio: Arpat studia l’impatto sull’ecosistema FOTO


Molluschi appartenenti a specie esotiche sono state censite da Arpat nel Bisenzio, in particolare nei tratti pianeggianti del fiume. In particolare, numerosi sono stati negli ultimi anni i ritrovamenti del bivalve Corbicula fluminea e del gasteropode Sinotaia quadrata, quest’ultimo presente anche nell’Ombrone pistoiese e nel fiume Arno.
Proprio per raccogliere quest’ultimo mollusco, una lumaca d’acqua dolce di origine asiatica, numerosi cittadini cinesi, provenienti dalla Piana fiorentina o pratese, si sono recati nel tratto di fiume Arno al confine tra i Comuni di Montelupo e Carmignano. A lanciare l’allarme, la scorsa estate, fu il Comune di Montelupo che dette notizia di numerosi interventi di polizia municipale e carabinieri per fermare i pescatori di Sinotaia quadrata, i quali erano soliti raccogliere grandi quantità di molluschi per uso alimentare.
“I quantitativi raccolti, oltre a rappresentare un concreto rischio sanitario alimentare legato alla qualità delle acque in cui questi organismi si sono sviluppati e sono stati raccolti – scrive Arpat – rimandano alla necessità di inquadrare correttamente quali impatti possano esercitare sull’ecosistema e sulle altre specie autoctone naturalmente presenti”.
Le specie aliene invasive, sia vegetali, che animali – introdotte dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, in territori dove non erano presenti – causano impatti più o meno gravi su singole specie autoctone, su comunità e ecosistemi attraverso meccanismi come competizione, predazione, ibridazione, trasmissione di malattie, parassitismo. Le specie aliene invasive rappresentano per questo la seconda causa di perdita della biodiversità dopo la distruzione degli habitat. Delle 680 specie animali estinte documentate, le specie aliene invasive hanno avuto un ruolo importante nel 54% dei casi e nel 20% dei casi sono state l’unica causa che ha portato la specie nativa all’estinzione.
Le acque interne sono tra gli ambienti più suscettibili e vulnerabili alle specie aliene invasive: soprattutto per lo stretto legame tra attività umane e acqua e a causa della capacità e rapidità di dispersione di una specie una volta entrata nell’ambiente acquatico. Per questo Arpat intende approfondire la questione.

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