20 Gennaio 2020

Aumenti delle tariffe di depurazione per le imprese, il Consorzio progetto acqua pronto ad “azioni clamorose”


Il Consorzio progetto acqua non ci sta e alza la voce per protestare contro gli aumenti delle tariffe di depurazione a carico delle imprese: “Sono insostenibili e potenzialmente letali per i già fragili equilibri finanziari aziendali” sostiene il Consorzio, che si scaglia soprattutto contro il Comune di Prato. “La contestazione all’amministrazione comunale è dovuta al fatto che la delibera sull’incremento delle tariffe di depurazione industriale è stata assunta nel Consiglio di amministrazione di Gida con il voto unanime dei quattro rappresentanti del Comune di Prato e l’opposizione della minoranza di parte industriale – fa sapere il Consorzio – Dopo l’una tantum di 700.000 euro del 2019, nel 2020 le imprese potrebbero trovarsi a pagare, sulla base delle deliberazioni assunte, il 33% in più. Un incremento che, secondo una contestata ulteriore delibera voluta anch’essa in Gida dai rappresentanti del Comune di Prato, potrebbe essere addirittura maggiore, sulla base di ricalcoli che comporterebbero perfino ulteriori consistenti esborsi retroattivi per il 2019”.

“Al danno che subiamo si aggiunge la beffa, perché gli squilibri finanziari di Gida sono dovuti in gran parte al forte aumento dei costi di smaltimento dei fanghi di depurazione, a loro volta dovuti ai mancati investimenti in impianti più performanti degli attuali. Investimenti che la parte privata ha sempre caldeggiato e che sono stati osteggiati dalla parte pubblica, Comune di Prato e Regione Toscana. – dichiara Ivo Vignali, presidente facente funzione del Consorzio Progetto Acqua – Non è con Gida che siamo risentiti. Quello che disapproviamo è l’approccio alla sua gestione, dettata dal socio di maggioranza che è il Comune di Prato. Era da tempo che mettevamo in guardia la parte pubblica sulla tenuta dei conti di Gida, che non potevano resistere a esborsi di 30.000 euro al giorno per mandare i fanghi a smaltire in impianti in altre parti d’Italia e d’Europa. Ora che i nodi sono giunti al pettine qual è la soluzione che si è trovato? Aumentare le tariffe di depurazione per l’industria. Non possiamo accettare tutto questo senza farci sentire. Le nostre imprese sono parte essenziale della filiera tessile pratese: devono ingoiare di tutto, da una bolletta energetica esosa a ordini sempre più frammentati e imprevedibili di un mercato che non tiene certo conto delle molte rigidità di costi che aziende come le nostre, con impianti e personale, non possono superare. Questo ulteriore danno, questa ultima presa in giro risparmiateceli. Ne va della sopravvivenza nostra e del tessile pratese”

Le imprese del Consorzio Progetto Acqua si aspettano che l’assemblea di Gida di venerdì 24 gennaio, che vedrà impegnati oltre a Confindustria Toscana Nord i soci Comune di Prato e Consiag, dimostri maggiore saggezza del Consiglio di amministrazione e, nella sua sovranità, ridimensioni drasticamente gli aggravi sulle tariffe di depurazione industriali. L’ordine del giorno prevede del resto sia la ricapitalizzazione che misure per l’equilibrio finanziario della società.

“Se non sarà così, se quindi dall’assemblea non verrà un segnale di attenzione verso le imprese – conclude Vignali – siamo decisi a contestare con forza, anche con azioni clamorose, queste misure di assoluta iniquità. Vogliamo continuare a essere fiduciosi e a sperare in un recupero di buonsenso. Diversamente, aspettatevi di vederci scendere in piazza a protestare.”

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