25 Gennaio 2020

Festa dei giornalisti: nel seminario vescovile il dibattito tra gli operatori dell’informazione e il vescovo Nerbini VIDEO


Oggi ricorre San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. L’ufficio delle comunicazioni della Diocesi, in collaborazione con l’Ucsi, ha organizzato nel seminario vescovile un incontro dibattito sul tema dell’informazione tra i giornalisti dei media locali e il vescovo Giovanni Nerbini. E’ stata anche l’occasione per presentare il messaggio scritto dal Papa in occasione della giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
“La città deve ritrovarsi per pensare insieme e riprogettarsi, in modo da affrontare le grandi sfide di oggi”. È uno dei pensieri che il vescovo Giovanni Nerbini ha offerto ai giornalisti.
L’appuntamento è stato pensato come un dialogo tra Nerbini e i presenti, promosso e moderato da Gianni Rossi, direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, e Sara Bessi, presidente di Ucsi Toscana. Tanti i temi toccati nel corso dell’incontro, durante il quale il Vescovo ha avuto modo di esporre alcune riflessioni sul presente e sul futuro di Prato, città che sta imparando sempre di più a conoscere. “Ho capito fin da subito che ai pratesi il verbo che piace tanto è ‘fare’, voi sapete bene cosa vuol dire rimboccarsi le maniche per ripartire. Non posso che compiacermi di questo, ma riuscite a farlo insieme? Magari fermandosi prima a pensare a come agire?”, ha domandato Nerbini. Tra le varie sfide che la città e la Chiesa sono chiamate a dover affrontare c’è anche il tema dell’immigrazione e della conseguente integrazione. È stato ricordato come oggi a Prato un cittadino su cinque sia di origine straniera. “Quando dico che tutti dobbiamo essere coinvolti nel ripensare e nel riprogettare penso anche alla necessaria collaborazione delle comunità straniere”, ha affermato il Vescovo. Coinvolgimento che deve essere fatto in particolare sul versante del lavoro, anzi del “lavoro buono”, perché “non è tollerabile che a Prato ci possano essere persone che lavorano dodici ore al giorno con paghe da fame”, ha aggiunto.
Infine un invito: “ritrovare la capacità di ascolto, perché in un mondo dove le notizie e le comunicazioni corrono e servono gli strumenti adatti per capire la complessità della storia occorre innanzitutto tornare ad ascoltare, a cominciare da chi ci sta accanto”, ha concluso il vescovo Nerbini.

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