18 Gennaio 2020

Pitti Filati, 29 le imprese pratesi in fiera. Pinori (Confindustria Toscana Nord): “Grande attenzione alla sostenibilità”


Al via il prossimo 22 gennaio Pitti Filati numero 86, dedicato alle proposte per la primavera-estate 2020. Sono 29 – un numero in linea con le precedenti edizioni di gennaio – i produttori di filati pratesi che si preparano al grande evento fiorentino, che rappresenta la fiera di settore più prestigiosa a livello internazionale; a questi si sommano, in sezioni diverse della fiera, altre imprese locali della meccanica, della logistica e della maglieria, oltre al Consorzio Promozione Filati.

Questa edizione di Pitti Filati si colloca in una fase in cui anche la maglieria, come molti altri settori dell’economia, ispira le sue strategie commerciali alla prudenza. Nel corso del 2019 si sono colti segnali di rallentamento negli ordini pervenuti ai produttori pratesi, soprattutto dall’estero: l’export dei primi nove mesi ha segnato infatti -2,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018. Nonostante le non brillanti prestazioni dell’export il dato congiunturale, sempre per i primi nove mesi dell’anno, è all’insegna della stabilità, con -0,5% ma un andamento che è stato migliore nella prima parte del periodo.

“Risentiamo, come molti settori, delle incertezze di un’economia internazionale che a sua volta è fortemente condizionata dalle turbolenze politiche – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Il tratto caratteristico di questi ultimi anni è comunque, e sempre di più, l’attenzione per la sostenibilità. Come cittadini responsabili e come imprenditori attenti alle tendenze dei mercati lavoriamo da anni al miglioramento delle prestazioni ambientali e sociali, già buone, delle nostre aziende. Oggi ritengo che i filati per maglieria pratesi possano dirsi fra i più ‘amici dell’ambiente’ di quelli sul mercato, sia che si tratti di prodotti riciclati, sui quali il nostro distretto ha competenze uniche al mondo, sia nel caso di fibre vergini. Tuttavia lavorare prestando attenzione alla sostenibilità e porsi in grado di comprovare questa attenzione attraverso certificazioni e procedure formalizzate non è né semplice né a costo zero. Materiali e servizi che diano garanzie in questo senso sono inevitabilmente più costosi di altri; gestire la tracciabilità dei prodotti e muoversi nel mondo complesso e articolato delle certificazioni richiede competenze e anche molto tempo ed energie di noi stessi e dei nostri collaboratori. Le ottimizzazioni che abbiamo realizzato nella gestione aziendale non bastano a compensare questi aggravi. La sostenibilità non è e non deve essere un lusso, ma un obiettivo a cui tutti dovrebbero tendere; un obiettivo che ha un costo significativo di cui anche i nostri committenti sono chiamati ad essere consapevoli.”

Le imprese produttrici di filati del distretto pratese sono 82, con 1.500 addetti; il valore della produzione ammonta a 620 milioni.

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